IL DIARIO DI SOLIMO: 20 OTTOBRE 1860, “VIVA VERDI”

 di Fabio Maiorano Il destino del Regno delle Due Sicilie è orai segnato. Garibaldi l’8 settembre 1860 entra a Napoli da trionfatore, mente Vittorio Emanuele di Savoia è in attesa, con l’esercito sulle sponde del Tronto, di un segnale, che arriva pochi giorni dopo dalla delegazione di patrioti capeggiata da Salvatore Tommasi. Al condottiero piemontese sono consegnate decine di delibere di decurionati abruzzesi che lo “implorano” di liberare le loro città dal giogo dei Borbone. Passato il fiume il 15 ottobre, Vittorio Emanuele marcia con la sua armata sul litorale abruzzese e dovunque passa è accolto con entusiasmo, con scene di autentica gioia, anche se qui e là si ha notizia di sporadici tentativi di reazione, presto soffocati dalla Guardia Nazionale. Sabato 20 ottobre il re giunge a Sulmona, salutato dalle autorità, dalla nobiltà locale e dai canonici del Capitolo di S. Panfilo i quali auspicano che «possa la Maestà Vostra compire la vera felicità dell’Italia e promuovere i migliori vantaggi della nostra santa Chiesa. Ed in questo a Lei si inchinano con umilissima riverenza». Vittorio Emanuele pernotta a villa Orsini, vicino all’abbazia dei Celestini, come ricorda una lapide di marmo affissa nella stanza in cui riposò. Il giorno seguente, il sovrano partì per Castel di Sangro dove ricevette la notizia del positivo risultato dei plebisciti di annessione delle province meridionali al regno Sabaudo. L’Abruzzo votò in massa l’annessione e i voti favorevoli della provincia aquilana furono 43.231, contro soli 243… contrari. Il 5 novembre 1860 anche sulmona rese solenni festeggiamenti alla notizia della proclamazione di Vittorio Emanuele, il re d’Italia, che tenne il suo primo discorso in Parlamento in lingua… francese. La speranza che i patrioti avevano riposto nel nobile sabaudo, evocato sotto il regime borbonico con quel “ViVa Verdi”– non solo l’omaggio al grande compositore quanto il criptico acronimo diVittorio Emanuele Re D’Italia – stava divenendo realtà.

2 thoughts on “IL DIARIO DI SOLIMO: 20 OTTOBRE 1860, “VIVA VERDI”

  • Comunque la Sardite’ ,e cioè la versione italiana della Francite’ , proprio perché Cavour e Vittorio Emanuele parlavano primariamente in francese ,la scontiamo ancora tutti i giorni nello Stato Napoletano. Nel senso che i meridionali ,per solide sintesi filosofiche, sono più intelligenti dei settentrionali ,(Ultima a riferirlo ufficialmente fu Donna Franca Ciampi) quindi ci hanno riversato una legislazione unitaria rigida e statalista ,ben adeguata per le persone più stupide amorfe ed allineate si comandi dei vertici come i francesi tedeschi bergamaschi etc. , Mentre è stretta ed insufficiente per la meridionali di mente più viva e libera, anche nel senso di arrangiarsi da soli. Difatti il Regno di Napoli aveva di propria autonomia un sistema politico molto più aperto proprio per le caratteristiche e le abitudini della popolazione.

  • Questo è quanto narra la Storia ufficiale. Che poi si sia trattato di una invasione di uno Stato verso un altro Stato legittimo ed autonomo, di una aggressione a mano armata sostenuta dall’Inghilterra…..bhe.. questa è un’altra storia. Ma la racconteranno quelli che vennero affamati prima e definiti “briganti” poi. Non risulta, oltretutto, che i popolani fossero così presi e coinvolti dalla vicenda, l’importante era portare a casa il pane. ma fu tolto loro anche quello.

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