DIARIO DI SOLIMO: 18 OTTOBRE 1923, CARNE DA CANNONE

di Fabio Maiorano La prima guerra mondiale era terminata ormai da sei anni, eppure per molti il dolore non aveva fine, perchĆ© la perdita di una persona cara non si allevia mai; anzi, la ferita era ancora piĆ¹ profonda nel cuore e nella mente di tutte quelle madri ā€“ e di quelle giovani mogli ā€“ che non avevano una tomba su cui piangere, su cui deporre un fiore o recitare una preghiera; ma il 18 ottobre del ā€™23, finalmente, lā€™angoscia si stemperĆ² ā€“ seppure lievemente ā€“ per alcune famiglie, per quelle a cui la Patria stava per restituire le spoglie dei loro cari. quel mercoledƬ mattina, nella cattedrale di S. Panfilo si celebrarono i funerali solenni di quattro caduti di guerra ā€œtornati nella loro cittĆ ā€: Domenico Fischetti, 45 anni, coniugato con Caterina Tirone, maggiore del 30Ā° Reggimento fanteria morto il 15 maggio 1916 a S. Martino sul Carso; Armando Bonfanti, 26 anni, caporalmaggiore, figlio di Giuseppe e Aldemira Servadei, morto a Gorizia il 12 settembre 1917 per lo scoppio di una granata; Mario Palesse, 19 anni, figlio di Giuseppe e Maddalena Valentini, fante deceduto il 18 dicembre 1917 nel posto di medicazione in Osteria del pianoro Colli Alti (Vicenza) per ferite riportate in combattimento; donato Fortunato Trinchini, 19 anni, orfano di Antonio e Maria Concetta Picini, fante deceduto il 20 febbraio 1918 su Col dellā€™Orso, massiccio del Grappa. Da quel giorno riposano nel cimitero di sulmona e attendono il ritorno degli altri commilitoni scomparsi al fronte. Tuttavia, non si puĆ² tacere lo stato, che definire indegno ĆØ un eufemismo, in cui versa la tomba di donato Fortunato trinchini: priva della lapide e col nome del milite inciso con un chiodo sul cemento bianco…(Nella foto Domenico Fischetti).

One thought on “DIARIO DI SOLIMO: 18 OTTOBRE 1923, CARNE DA CANNONE

  • Siamo stati preceduti da storie impensabili.Ci sono stati ragazzi della zona che a 22 anni giĆ  erano emigrati in USA, e potevano tranquillamente non rispondere alla chiamata alle armi al Consolato, invece sono tornati ed ĆØ stato piĆ¹ il tempo di arrivare perchĆ© immediatamente li hanno mandati in battaglia sul Monte Zebio e lƬ sono caduti il 1916. All’Archivio di Stato a L’Aquila escono dai registri matricolari personaggi incredibili, almeno per i tempi di adesso.

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