FAMIGLIA SULMONESE “SEQUESTRATA IN CASA” IN ATTESA DEL TAMPONE

Costretto a restare a casa in isolamento, insieme alla madre e alla sorella, in attesa di poter fare il tampone. Uno studente di Sulmona, di quindici anni, si ĆØ trovato al centro di un disservizio, da parte dell’Asl, che dopo la richiesta del medico di famiglia per sottoporsi al tampone, in via urgente, l’Asl non si ĆØ fatta piĆ¹ sentire. “Ci hanno tenuto in casa costretti ad una quarantena obbligatoria, senza sapere se dovevamo farla o no – protesta la madre del ragazzo, che ha perso giorni di lavoro, cosƬ come la sorella, che non ha potuto andare a scuola. A raccontare la vicenda ĆØ il nonno del ragazzo: “Tutto ĆØ iniziato venerdƬ, quando mio nipote che si trovava a scuola a Pescara, ha avvertito febbre e tosse. A titolo cautelativo i genitori sono andati a riprenderlo a scuola, portandolo a casa”. Sabato e domenica il ragazzo li ha trascorsi chiuso nella sua cameretta. Lunedi si ĆØ sentito meglio e si ĆØ recato con la madre dal medico di famiglia per chiedere il certificato per poter tornare a scuola. Nel corso della visita il medico ha rilevato una lieve bronchite in atto. “A quel punto – prosegue il nonno – il nostro dottore ha telefonato al dipartimento di prevenzione e igiene chiedendo un tampone urgente per mio nipote. Da quel momento dalla Asl nessuna chiamata, con mia nuora e miei due nipoti costretti a restare chiusi in casa senza che nessuno se ne preoccupasse”. Ieri mattina, stufa di aspettare che l’Asl chiamasse, la madre del quindicenne ha chiamato direttamente l’ospedale di Sulmona che ha provveduto a fissare per la mattina di domani, venerdƬ, alle 10, il tampone per il ragazzo. “Se non era per mia nuora, che prendesse l’inziativa, staremmo ancora qui ad aspettare la telefonata da parte dell’Asl” conclude il nonno. Una vicenda che ha dell’incredibile e che conferma le difficoltĆ  che hanno le famiglie nell’affrontare l’emergenza sanitaria anche quando le situazioni, fortunatamente come in questo caso, almeno si spera, non sono gravi.