IL DIARIO DI SOLIMO: 11 OTTOBRE 1294, LA MIRACOLATA

Dopo 70 giorni passati all’Aquila, dov’è stato incoronato papa in S. Maria di Collemaggio, Celestino V parte alla volta di Napoli il 6 ottobre 1294 con i cardinali al seguito (il solo Matteo Rosso Orsini è tornato a Roma) e sempre “sotto scorta” di Carlo II d’Anjou e del figlio Carlo Martello. Il giorno 7, il pontefice fa ritorno all’abbazia di S. Spirito del Morrone e due giorni dopo consacra l’altare maggiore della chiesa interna, dedicata a S. Maria: è un giorno triste, però, per la morte del suo discepolo prediletto, Pietro dell’Aquila, che aveva appena eletto cardinale. La domenica, il giorno 10, ascende all’eremo di S. Onofrio e ne consacra l’altare annettendovi le indulgenze. Raggiunge Sulmona il giorno dopo, lunedì 11, celebra messa in S. Panfilo e ne consacra anche l’altare. Terminata la cerimonia, salì in groppa all’asinello e, giunto vicino alla “sua” abbazia, si sentì chiamare ad alta voce: «santo Padre, santo Padre, aiutami». Era una donna, Angela di Giovanni di Pietro, di Santa Fumia (Sant’Eufemia presso Caramanico), 52 anni, che soffre da lunghissimo tempo di una grave infermità: è tutta gonfia e tumida, la pelle gialla, ha difficoltà a camminare e prova dolori inenarrabili in tutto il corpo. Ha seguito ogni cura e consiglio medico, purtroppo vanamente, e ora si è decisa – accompagnata dal marito Tommaso – a supplicare fra’ Pietro, per la devozione da sempre provata nei suoi riguardi. Celestino la guarda, «la segna di croce» e Angela guarisce subito dall’infermità. La fama del miracolo è pubblica e la stessa protagonista ne rese testimonianza giurata anni dopo, ai prelati incaricati d’istruire il processo di canonizzazione (testimonianza n. 85). All’epoca, vennero da Caramanico a Sulmona anche Federico di Nicola e Pietro de Lisa per confermare di aver assistito al miracoloso prodigio avvenuto vicino all’abbazia di S. Spirito del Morrone: sono i testimoni annotati con i numeri 74 e 86.