IL DIARIO DI SOLIMO: 26 SETTEMBRE 1933, L’INCUBO DEL TERREMOTO

Alle 4,30 del mattino un forte boato anticipò di qualche attimo la tremenda scossa – 6° grado della scala Mercalli – che squassò tutta la conca sulmonese; altri sussulti seguirono minacciosi nei giorni seguenti, ad accrescere paura e tensioni nella gente. Per paura, in moltissimi abbandonarono le abitazioni e si rifugiarono nella case di campagna, presso parenti e amici, o nelle baracche fatte costruire dagli amministratori comunali. Tutto l’abitato subì
danni ingenti, in particolare il Collegio Ovidio, il Museo Civico, porta Napoli, la scuola d’Arte e Mestieri “Gentile Mazzara”, palazzo Pretorio, il Mattatoio comunale, Palazzo di Città, le caserme “Giuseppe Garibaldi” e “Luigi De Amicis”, gli Uffici Giudiziari, parte della gradinata di palazzo Corvi (in vico del Vecchio); inoltre, il complesso conventuale e la chiesa di S. Antonio, le chiese di S. Chiara, S. Francesco della Scarpa, S. Giovanni Evangelista e S. Caterina. Nella cattedrale di S. Panfilo crollò la volta delle cappelle di S. Teresa e del Sacramento, mentre il seminario diocesano ebbe lesioni gravi e irreversibili che ne consigliarono la demolizione. Il nuovo Seminario fu costruito poco dopo per volontà del vescovo Nicola Jezzoni, mentre i detriti, materiale di risulta e calcinacci furono accantonati nell’area a lato della Cattedrale per consentire l’ampliamento dello stadio “Littorio”, in costruzione in quegli anni.