RAMUNNO: L’EMERGENZA SANITARIA RISCHIA DI DIVENTARE EMERGENZA SOCIALE, CORRERE SUBITO AI RIPARI

“Le persone hanno bisogno di rassicurazioni nei fatti e non a parole perché altrimenti l’emergenza sanitaria si trasformerà presto in emergenza sociale”. Un nuovo allarme, dopo quelli del sindaco Annamaria Casini, del consigliere regionale Marianna Scoccia e del Pd provinciale, viene lanciato sull’emergenza coronavirus, che tocca da vicino Sulmona e il comprensorio, dal consigliere provinciale Andrea Ramunno. “E’ tangibile la difficoltà dovuta alla carenza di personale che gli addetti ai lavori hanno nel gestire l’emergenza e attuare tutti i protocolli sanitari previsti – precisa Ramunno – in qualità di consigliere provinciale sto seguendo la situazione non solo relativa alla città di Sulmona ma dell’intero comprensorio e mi faccio portavoce dei tanti sindaci con cui sono in contatto dai quali arriva la richiesta unanime di potenziare le risorse umane e tecniche affinché si possano ottimizzare i tempi dei protocolli sanitari necessari. Mi unisco ai vari appelli lanciati nei giorni scorsi da più figure istituzionali e della società civile perché soltanto attraverso una migliore efficienza dei processi si riesce a migliorare l’efficacia delle misure di tracciamento e contenimento del virus”. “Non sono per niente rassicurato dalla visita dell’assesore regionale alla Sanità Nicoletta Verì in quanto alle parole, dopo circa una settimana, non seguono i fatti. Nell’immediato bisogna reperire urgentemente risorse umane e tecniche per garantire la tamponatura delle tante persone e conseguente tracciamento dei contatti per arginare il virus. L’ospedale di Sulmona ha risposto bene alla prima fase dell’emergenza mettendosi a disposizione della Asl e ospitando pazienti Covid pur essendo ospedale No-Covid, ora tocca alla Asl dare una mano a Sulmona” continua il consigliere provinciale. “I cittadini del centro Abruzzo stanno affrontando in maniera esemplare l’emergenza e soltanto grazie alle misure di prevenzione si è evitato che alcuni focolai potessero degenerare soprattutto in contesti a rischio come ospedale e case di riposo. A loro rinnovo l’appello ad utilizzare tutte le misure di prevenzione, senza lasciarsi prendere dal panico” conclude Ramunno.