DIARIO DI SOLIMO: 23 LUGLIO 1840, LA FORTEZZA DI BUDA

Solimo non ne rammenta la data, ma neanche Antonio de Nino può essere preciso perché è lo stesso “testimone” a fare confusione. Ecco la storia: verso il 1680, forse nell’84, quando appunto i turchi presero e arsero e desolarono Buda, o forse qualche anno dopo, ma sempre in quel decennio, in sulmona si fece una gran festa per la Madonna del Carmine. Mentre pochi frati e alcuni preti si svociavano nella chiesa, il popolo, tutta la gran massa del popolo, era stivata in piazza Maggiore, intorno a una colossale macchina di legno detta la Fortezza di Buda. Quant’è bella la Fortezza di Buda, soldatiturchi di quà, soldati cristiani di là: tutti con le armi in mano. Al giungere della processione, si doveva rappresentare una battaglia. L’aspettazione o, meglio, l’impazienza, era grande. Gli stessi soldati, cioè i soldati in maschera, cominciavano a sbuffare pel ritardo. Finalmente i tamburi e i pifferi annunziarono la venuta del primo stendardo; e vennero poi via via le coppie dei confratelli, le croci, il Reverendo Capitolo, la statua della Madonna e la coda dei divoti, dietro la Madonna. Attenti, che comincia la finta battaglia. Non c’è occhio che non sia rivolto alla Fortezza di Buda. Un mariuolo si sarebbe fatto ricco. Chi avrebbe badato alle saccocce ? Ma trach ! Tutti istintivamente stesero le mani per sostenere la fortezza che crollava! Soldati a gambe per aria e alcuni feriti. Non ci furono cristi: la Fortezza non fu più forte… andò giù! E la processione rientrò dov’era uscita. Ma i preti e i frati dissero che la disgrazia era avvenuta, perché i cittadini poco si curarono d’intervenire alla festa del Vespro e Processione, anzi se ne facevano beffe e tutto il popolo stava spettatore dell’opera. Poco dopo, portarono in chiesa, quasi morto, un soldato della Fortezza di Buda, al quale era caduto sopra un barile; e faceva sangue e buttava spuma per la bocca e per le narici. La Madonna lo liberò per miracolo. Ma io vorrei sapere se quel barile era pieno di vino o vuoto. Se era pieno, perché l’avevano messo sulla Fortezza? Per vendere divotamente il vino? Allora la Fortezza sarebbe diventata un’osteria. Per darlo ai poveri? Ma allora ci voleva la botte di Granata. Ci stava forse perché i soldati se la volevano scolare dopo la sacra funzione? Bene sta, dunque, che la Madonna li punì prima dell’ubriacatura. Ammesso poi che il barile fosse vuoto, bisogna proprio concludere che si era ubbriacato il padre maestro Andrea Mastelloni che, nel tomo 7, fol. 177 dei Trattenimenti Spirituali, registra questo fatto tra i miracoli più strepitosi.