SCARPE PER 600 BAMBINI DELLA SIRIA, BENEFICENZA DALLA DIOCESI DI SULMONA-VALVA
Scarpe nuovissime e di ottima fattura e qualità quelle che verranno acquistate in favore di seicento bambini dell’Oratorio salesiano di Aleppo. ll vescovo della Diocesi di Sulmona-Valva, Michele Fusco, ha consegnato un assegno simbolico di ottomila euro a don Isak Insan, religioso della comunità salesiana di Sulmona, per quest’opera di beneficenza che a causa della pandemia e della conseguente interruzione dei collegamenti aerei si era resa impossibile. Il progetto “Avvento di carità per Aleppo” era stato promosso dalla Caritas diocesana di Sulmona-Valva durante il periodo d’Avvento scorso. La Siria è dilaniata da una guerra spietata che nella città di Aleppo continua a seminare terrore e morte. In questo contesto la comunità educativa dei Figli di don Bosco si sforza di vivere la quotidianità il più possibile nella pace. L’oratorio diviene così uno dei pochi spazi socio-ricreativi per centinaia di bambini, ragazzi e giovani che vivono nei quartieri limitrofi e che qui passano momenti di serenità trovando negli animatori e nei salesiani una guida sicura e sorridente. La cifra raccolta proviene dalle offerte delle parrocchie della Diocesi che hanno risposto generosamente all’appello ma anche da donazioni private di chi si è mostrato particolarmente sensibile a questa iniziativa.
Mattero 6,1-4
1 Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. 2 Quando dunque fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 3 Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, 4 perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Certamente signor Matteo. Ma in questo caso l’informazione è dovuta per assicurare quanti hanno versato un loro contributo, modesto o più consistente che sia, sulla destinazione dei fondi raccolti. Pensiamo quindi che in questo caso nessuno abbia voluto ostentare ed esibire l’opera di beneficenza fatta. E sempre così dovrebbe essere quando si raccolgono fondi con annunci ed inviti pubblici. Altro è fare opere di bene e di solidarietà umana e perché no cristiana, senza ostentare e senza sbandierare ai quattro venti il bene fatto. In questo caso Lei ha piene ragioni.