IL VESCOVO FUSCO: L’EREDITA’ CHE CI LASCIA ANZINI E’ IL CORAGGIO E L’AMORE ALLA GIUSTIZIA

“L’eredità che ci lascia Emanuele Anzini è il suo coraggio, l’amore per la giustizia, l’operare quotidiano”. E’ quanto ha sottolineato il vescovo Michele Fusco, che ha concelebrato nella chiesa di S.Maria Ausiliatrice la santa messa in suffragio dell’appuntato scelto dei carabinieri che un anno fa morì tragicamente in provincia di Bergamo, dov’era in servizio nel nucleo operativo radiomobile di Zogno. “Il sangue di Emanuele ci invita tutti a fare come lui, ad amare, a servire la patria” ha detto all’inizio della celebrazione don Claudio Recchiuti, cappellano della Legione Carabinieri d’Abruzzo e Molise. “Ringraziamo Dio per la grande testimonianza che ci ha lasciato Emanuele, che per il prossimo ha saputo donare tutto sè stesso”. Al rito di suffragio hanno preso parte il colonnello Nazzareno Santantonio, comandante provinciale dei carabinieri, il capitano Maurizio Dino Guida, comandante della compagnia carabinieri di Sulmona ed un gruppo di colleghi dell’appuntato Anzini, che con lui hanno condiviso per lungo tempo il servizio a Zogno, stimando le sue spiccate doti professionali e umane. Anche il sindaco Annamaria Casini ha voluto rendere omaggio al militare sulmonese. “Oggi sono presenti sia la famiglia del nostro concittadino caduto nell’adempimento del dovere, sia la famiglia più ampia dell’arma dei carabinieri – ha sottolineato il sindaco – c’è quindi anche la città rappresentata dal sindaco e dal gonfalone, che rende omaggio ad un uomo valoroso, che ha sacrificato la propria esistenza per lo Stato e per adempiere al dovere di servizio al bene comune”. Una breve riflessione anche da parte del comandante provinciale, che ha esaltato il valore del gesto dell’appuntato, che fino in fondo ha assolto al suo dovere, restando fedele alla sua missione di carabiniere fino all’estremo sacrificio. Un messaggio alla famiglia Anzini è giunto anche dall’Ordinario Militare per l’Italia, Santo Marcianò, esprimendo la sua vicinanza e preghiera. Presenti anche delegati dell’Associazione carabinieri. “Papà prendimi ancora per mano e indicami la strada migliore proprio come da bambina quando mi stringevi a te e il mondo non esisteva più – ha detto infine Sara, la figlia di Emanuele – papà quante cose vorrei dirti, quanti pianti farmi tra le tue braccia, se solo avessimo avuto tempo”. Con il vescovo e il cappellano militare hanno concelebrato don Carmine Caione, parroco di S.Maria Ausiliatrice, don Lorenzo Conti, vice parroco e il diacono Giulio Ferrara.