ALBERELLI NO SNAM, LA PREFETTURA DA’ RAGIONE AL QUESTORE E GLI AMBIENTALISTI PORTANO IL CASO IN PARLAMENTO

Il caso della piantumazione di alberelli sul terreno nel quale verrebbe costruita la centrale Snam sarà portato all’attenzione del Parlamento e del Ministero dell’Interno, dal coordinamento No Hub del Gas. Gli ambientalisti, in lotta contro il progetto Snam, che avrebbe conseguenze gravi sulla salute dei cittadini e sull’ambiente, si augurano così che “qualcuno possa avere il buon senso di prendere a riferimento la Costituzione repubblicana e non le leggi di Polizia varate con Regio Decreto del 1931 (e cioè quando al potere c’era Lui) che a distanza di quasi 90 anni nessun Governo ha trovato il tempo di abrogare. Davvero un’Italia democratica quella che vieta le iniziative pacifiche degli ambientalisti ed autorizza le adunate violente dei fascisti, come è avvenuto sabato scorso a Roma”. Il coordinamento reagisce così alla pronuncia della Prefettura dell’Aquila che ha respinto i ricorsi del coordinamento stesso dando ragione al Questore che il 14 e il 29 dicembre scorsi aveva vietato la piantumazione di alcuni alberelli da frutta a Case Pente sul sito Sam. Il coordinamento contesta in proposito le motivazioni che sono state addotte per respingere i ricorsi. “L’iniziativa, alla quale hanno preso parte poche persone, intendeva avere un carattere simbolico per la salvaguardia del nostro pianeta e per ribadire che il territorio appartiene all’intera collettività e non alla Snam – precisa il coordinamento – nei ricorsi avevamo fatto presente che la nostra Costituzione stabilisce che le riunioni in luogo pubblico (ammesso che quella fosse tale) possono essere vietate “soltanto per comprovati motivi di sicurezza e di incolumità pubblica”. Dov’erano questi “comprovati motivi” visto che l’iniziativa era simbolica, fatta da poche persone e in modo assolutamente pacifico? Ma per il Questore (e per la Prefettura) non era così perché, e qui bisogna tenersi forte, “nel caso in esame era stato ravvisato un pericolo notevolmente probabile di incisione sulla sicurezza e l’incolumità pubblica, atteso che non sarebbe stata la ‘semplice piantumazione di un alberello’ , in sé e per sé, a mettere in pericolo la sicurezza pubblica bensì la condotta reattiva che avrebbero potuto tenere tutte le persone che avrebbero aderito alla manifestazione”. “Il pericolo era talmente elevato che si è pensato bene di scomodare anche la Celere da Senigallia” accusa il coordinamento, facendo poi ironia: “È noto, infatti, che i militanti No Snam sono una manica di facinorosi, infiltrati da nugoli di Black Bloc, che non aspettano altro che passare alle vie di fatto. E cosa dire sul numero dei partecipanti? Il Questore aveva presagito che “l’iniziativa, pubblicizzata via web dagli organizzatori e ripresa da organi di stampa locali, potrebbe richiamare un imprecisato numero di persone “tanto più “in un bacino particolarmente sensibile alla specifica tematica”. Non si sa mai, magari si sarebbero potute materializzare, come d’incanto, le 10.000 persone che nell’aprile di due anni fa hanno manifestato per le strade di Sulmona”. “Per la Prefettura, anche se su un terreno privato, si trattava comunque di una manifestazione pubblica. Nel respingere i ricorsi scrive infatti che “si trattava di una riunione in luogo pubblico che…nelle fasi iniziali avrebbe immancabilmente impegnato luoghi pubblici mentre soltanto nella fase conclusiva…si sarebbe svolta in luogo non pubblico”. Eh già, a questo non avevamo pensato: per raggiungere il terreno della Snam dovevamo necessariamente passare sulla strada statale, e quindi su un luogo pubblico. L’alternativa era arrivarci in elicottero, ma questo non era nelle nostre possibilità – conclude il coordinamento – e che dire del danno che sarebbe stato apportato al terreno della Snam? Scrive al riguardo la Prefettura, d’accordo con il Questore, che “la piantumazione sarebbe stata fatta con l’impiego di zappe e di una trivella a mano” (niente meno!) “modificando di fatto lo stato dei luoghi, senza alcun dimostrato consenso della proprietà”. Proprio così: la piantumazione di alcuni alberelli avrebbe irrimediabilmente deturpato il terreno (da sempre agricolo), mentre gli scavi e le colate di cemento necessarie per costruire la centrale Snam valorizzeranno in maniera superlativa l’ambiente e il paesaggio”.