SPERIMENTAZIONE DELL’APP IMMUNI IN ABRUZZO, DI GIROLAMO: LA PRIVACY NON E’ A RISCHIO

App Immuni, tra quindici giorni la sperimentazione potrebbe partire  in Abruzzo ed esprime particolare soddisfazione la senatrice Gabriella Di Girolamo.  “Sono particolarmente contenta che l’Abruzzo sia stato selezionato per questa sperimentazione ed io stessa la installerò subito” dice la senatrice pentastellata. “L’applicazione non ancora attivata ha già suscitato polemiche, ovviamente legate non tanto a un fatto di utilità quanto alla questione della riservatezza dei dati e della privacy dei cittadini – continua Di Girolamo – più che mai occorre utilizzare tutti gli strumenti possibili per evitare un ritorno ad un lockdown ad agosto, assolutamente da scongiurare. In questi giorni in cui mi giunge il rammarico di molti genitori per il comportamento troppo irresponsabile dei propri figli protagonisti della movida faccio appello a genitori e ai ragazzi ad usare tutte le cautele suggerite dalle norme vigenti”. Sull’app la senatrice ritiene sia “in primis una tecnologia assolutamente utile alla salvaguardia della nostra salute,  poiché consentirà ai volontari che la installeranno sui propri smartphone di ripercorrere la catena dei contatti avuti in caso di contagio”. “Voglio fare chiarezza sulla questione della privacy: intanto l’app utilizzerà la tecnologia bluetooth e non il gps, dunque non è geolocalizzata e pertanto non traccerà i nostri movimenti né li registrerà su dei server ma solo sul nostro telefono – precisa la senatrice – solo in caso di nostra positività al coronavirus o di qualcuna delle persone con cui siamo stati in contatto, si innescherà la procedura di immediata auto messa in quarantena e di riscontro dei dati dei contatti avuti e con chi. Il tutto sarà tutelato anche grazie all’apporto del Garante Privacy. Si comprende bene come il fine è esattamente quello di proteggere noi stessi ma anche gli altri con cui siamo venuti a contatto dall’estendersi del contagio, consentendo di rintracciare tempestivamente la prima rete dei contatti che saranno stati registrati dall’app . Solo in quel caso, perciò, i dati saranno gestiti dai preposti tecnici designati dallo Stato”. “Certo stiamo parlando dei nostri dati, dei nostri contatti, che a quel punto saranno analizzati. Ma la questione qui diventa: non vogliamo fidarci dello Stato in materia di prevenzione della salute pubblica, mentre ogni giorno ci fidiamo di social, in mano a privati che utilizzano quei dati in modo spesso incontrollato, piattaforme web, siti di e-commerce, motori di ricerca, operatori di vendite, ecc. ai quali doniamo a volte anche inconsapevolmente una mole incredibile di nostri dati anche sensibili? – conclude Di Girolamo – Una privacy che va senz’altro salvaguardata ma che io metto volentieri in gioco laddove la posta è la mia salute e quella dei miei cari, dei miei amici, della mia comunità”.