L’OPPOSIZIONE IMPUGNA LA DELIBERA DELLA REVISIONE DELLA MACRO STRUTTURA COMUNALE
I consiglieri d’opposizioni contro il “supersegretario” comunale. In un esposto inviato al Prefetto, alla Corte dei Conti, all’Autorità nazionale anti corruzione, al Ministero degli Interni e al Collegio dei Revisori dei Conti Maurizio Balassone, Mauro Tirabassi, Roberta Salvati, Fabio Pingue, Francesco Perrotta ed Elisabetta Bianchi contestano la delibera con cui sindaco e giunta hanno avviato la revisione della macrostruttura comunale affidando al segretario generale Nunzia Buccilli le competenze sul Bilancio e sui Tributi, sull’economato e altri settori ridimensionando drasticamente il campo d’azione dell’ex responsabile dell’area di finanza e contabilità, Filomena Sorrentino. Secondo i sei consiglieri i provvedimenti sarebbero stati assunti in totale difformità rispetto ai criteri di rotazione degli incarichi soprattutto per quanto riguarda il responsabile del servizio finanziario infungibile rispetto a detto criterio o soggetto ad alcune condizioni che non si configurerebbero nel provvedimento adottato nel Comune di Sulmona. Tanto da considerare l’operazione di revoca “illegittima perché non motivata dai “casi gravi e riscontrate irregolarità”, come richiesto dall’Osservatorio, e perché la Sorrentino, laureata in Economia e Commercio e specializzata proprio in gestione del bilancio, è l’unica e la più titolata a ricoprire l’incarico, anche e soprattutto in virtù dell’autonomia che l’ordinamento riconosce al “Ragioniere”. Di contro le delibere assegnerebbero poteri eccessivi al segretario comunale che avrebbe ottenuto una serie di funzioni e competenze chiaramente esorbitanti e incompatibili tra loro. “Infatti”, scrivono nell’esposto i sei di minoranza, “agli incarichi già detenuti di responsabile dell’UPD, (Ufficio procedimenti disciplinari), e di Responsabile dell’anticorruzione(RPCT) si sono assommati anche quelli di responsabile del Bilancio e delle entrate tributarie, oltre alla dirigenza “ad interim”alla Prima Ripartizione, incarichi che rappresentano una sorta di potere supremo ed autoreferenziale annullando ogni possibilità di bilanciamento e di controllo all’interno dell’apparato amministrativo comunale”. Insomma secondo i sei consiglieri di minoranza il segretario generale non può ricoprire quell’incarico, perché viola il principio del bilanciamento dei poteri, diventando controllore e controllato e assumendo su di sé poteri e competenze sproporzionati, tanto più che il principio di rotazione a cui si appellano le delibere è stato consumato in assenza del quadro dirigenziale al completo, con, nei fatti, due soli dirigenti in servizio su quattro, uno dei quali a tempo determinato e a chiamata diretta. “Visto le premesse e le successive considerazioni e considerando che, la mancata rispondenza della normativa potrebbe inficiare anche atti successivi che si andranno ad adottare con conseguenti riflessi negativi ai danni dell’ente – scrivono – i consiglieri istanti si rivolgono a al prefetto e agli altri organismi in epigrafe, “affinché l’amministrazione comunale e il sindaco, provvedano in tempi celeri alla rimozione degli atti illegittimi, ripristinando un assetto organizzativo ispirato ai principi di buon andamento ed imparzialità della pubblica amministrazione”.