UNIVERSITARI E PRECARI FUORI SEDE: REGIONE IMMOBILE PER NOSTRI DIRITTI

Protestano a gran voce gli studenti fuori sede, i giovani e i precari d’Abruzzo che reclamano dalle istituzioni anche i loro diritti. “E’ inaccettabile che la Regione non abbia deciso ancora nessun provvedimento per studentesse e studenti fuori sede che si trovano in Abruzzo e che continuano ad avere problemi economici da quando non hanno più un lavoro e molte famiglie non hanno beneficiato di alcun sussidio, da quando risultano insufficienti le borse di studio ed è difficoltoso anche il pagamento elevato della rata universitaria – protestano gli studenti – È inaccettabile che a distanza di due mesi molti studenti e precari si siano ritrovati a dover recedere dai contratti d’affitto, perché in nessun provvedimento siamo presenti, perché per noi non esiste il diritto all’abitare”.“Noi non siamo una generazione fantasma – sottolineano i precari e studenti d’Abruzzo – anche noi rappresentiamo una grande risorsa, la nostra presenza è largamente diffusa nel territorio. Non possiamo permettere che ci venga negato un diritto come quello allo studio, per questo stiamo portando avanti una campagna con la rete nazionale Noi Restiamo: anche nelle università dell’Abruzzo vogliamo più residenze pubbliche, vogliamo una copertura totale delle borse di studio, vogliamo che i tirocini vengano retribuiti, che il materiale per la didattica a distanza sia accessibile a tutte e tutti, vogliamo l’abolizione dei test d’ingresso all’università e la sospensione della terza rata e di tutte le rette del prossimo anno”.“Le ultime rate sono quelle più alte ed inoltre sono quelle che aumentano per i fuori corso – aggiungono – ci chiediamo come possiamo pagarle se abbiamo perso il lavoro o se le nostre famiglie non possono più permetterselo”. Nei giorni scorsi studenti e precari hanno inviato una lettera alla Regione e ai rettori delle università senza però ricevere risposta. “Non accetteremo passivamente il rischio che a causa di un sistema universitario fallimentare le immatricolazioni possano ancora calare, soprattutto se esistono soluzioni che potrebbero andare incontro a ogni singolo studente. Vogliamo che il nostro diritto allo studio sia preservato e che venga rivoluzionato un sistema universitario che già prima dell’emergenza si rivelava essere inadeguato” concludono.