DISSESTO FINANZIARIO DI SCANNO: IL SINDACO, RICORREREMO AL CONSIGLIO DI STATO

“Ricorreremo al Consiglio di Stato perché riteniamo che ci sono molti aspetti ancora da chiarire di questa complessa vicenda”. Dopo la decisione del TAR di L’Aquila di annullare  la Delibera di Consiglio Comunale dello scorso 6 dicembre, con la quale è stato dichiarato lo stato di dissesto finanziario del Comune di Scanno sindaco e maggioranza annunciano il ricorso al secondo grado di giudizio dei giudici amministrativi.

“Del resto”, proseguono il sindaco Giovanni Mastrogiovanni e la sua maggioranza, “la nostra azione amministrativa è stata ben compresa e sostenuta dalla stragrande maggioranza dei nostri concittadini che, già da diversi anni, sopportano sulle loro spalle un carico tributario ai livelli massimi consentiti dalla legge, senza che nel frattempo la condizione dell’Ente sia minimamente migliorata. Tasse volute ed imposte proprio da chi oggi ha l’ardire di inscenare una macchiettistica morale nei nostri confronti, mostrando così la faccia peggiore della politica. Illudere i cittadini paventando ipocritamente una riduzione delle tasse con l’approvazione di un piano di riequilibrio è quanto di più meschino si possa fare”. Nel ricordare al capogruppo dell’opposizione Amedeo Fusco che, alla luce del corposo disavanzo di amministrazione accertato pari a 1.700.000,00 euro, un piano di rientro non può rescindere da una tassazione al massimo e dall’introduzione dell’addizionale Irpef, lo invitano a presentare un “piano di riequilibrio pluriennale”, nel più breve tempo possibile.
Un piano di rientro che, oltre al disavanzo, tenga conto di tutti i di debiti fuori bilancio da riconoscere e delle numerose poste di bilancio vincolate incassate per la realizzazione di opere pubbliche, mai realizzate, che sono state impropriamente utilizzate per pagare altro”, va giù duro il sindaco. “Spieghino ad esempio che fine abbiano fatto i soldi versati dai cittadini per la costruzione di loculi cimiteriali. Saremo ben disposti ad approvare un piano di riequilibrio di cui sarà dimostrata, con dati certi, la reale ed attendibile sostenibilità, indicando anche in che lasso di tempo e in che misura si possa, contestualmente, alleggerire la tanto demagogicamente decantata pressione tributaria per i cittadini, assumere il personale necessario alla funzionalità dell’Ente e ricostituire la cassa vincolata”. Secondo Mastrogiovanni la determinazione di dichiarare il dissesto finanziaria “è stata una decisione inevitabile supportata da palesi ragioni di tipo tecnico – normativo – finanziario, stante la pregressa gestione dell’Ente dal punto di vista economico ed organizzativo con un disavanzo di 1.700.000,00 euro. Non sarà la sentenza del TAR a fermarci e a cancellare con un colpo di spugna la verità. Quella verità scolpita a caratteri cubitali nei ripetuti richiami della Corte dei Conti di cui sono stati destinatari gli attuali consiglieri di opposizione, allorquando erano maggioranza”.