SETTIMANA SANTA, VESCOVO: SUI RITI TRADIZIONALI OGNI DECISIONE ORA E’ PREMATURA

“E’ ancora presto, è prematuro per prevedere o decidere se i riti pasquali sulmonesi potranno svolgersi regolarmente”. A dichiararlo è il vescovo di Sulmona-Valva, Michele Fusco, a proposito delle ipotesi sortite in queste ore, dopo che il Prefetto della Casa Pontificia ha stabilito che i riti della Settimana Santa saranno celebrati dal Papa a porte chiuse, senza la presenza fisica dei fedeli. Non c’è quindi nessuna relazione tra quanto stabilito in Vaticano e i riti della tradizione pasquale. E’ infondata per ora qualsiasi ipotesi che vorrebbe il rito della Madonna che scappa senza pubblico o, men che meno, di una processione del Cristo Morto dove sono quasi duecento persone che partecipano, una vicina all’altra. Ma la disposizione venuta dalla Santa Sede, come spiega il vescovo Fusco, è stata emanata anche per motivi organizzativi, oltreché precauzionali in relazione al rischio coronavirus. “Siccome un mese prima già cominciano le prenotazioni per partecipare ai riti della Pasqua e siccome non è prevedibile quello che accadrà nelle prossime settimane, circa le disposizioni sul coronavirus, allora la Casa Pontificia ha ritenuto di stabilire riti a porte chiuse” chiarisce il vescovo. Per i riti della tradizione pasquale, ai quali i sulmonesi sono legatissimi, è quindi presto per sapere cosa accadrà. Intanto bisogna vedere cosa stabilirà il governo alla scadenza del decreto anticoronavirus. “Non è nemmeno da escludere che la Pasqua possa essere celebrata oltre la data del 12 aprile – ipotizza il vescovo – ma anche su questo a decidere sarà la Conferenza episcopale italiana, tutto da vedere, quindi dobbiamo solo attendere l’evolversi delle situazioni e poi verranno le decisioni.