IL GIORNALISTA OJETTI, LA STATUA DI OVIDIO E D’ANNUNZIO NELLE PAGINE DEL CORRIERE DELLA SERA

Tra quanti s’impegnarono perché la città di Sulmona erigesse una statua per il suo Vate, il sommo poeta Ovidio, vi fu anche un “principe dei giornalisti italiani” degli anni Venti, Ugo Ojetti, firma tra le più autorevoli del “Corriere della Sera”, di cui fu anche direttore nel 1926 e 1927. A ricordarcelo oggi è sulle pagine dello stesso “Corriere” il giornalista sulmonese Giuseppe Guastella. L’illustre concittadino e collega ricorda anche come proprio Ojetti avesse indicato alla guida del comitato d’onore per la realizzazione della statua di Ovidio in piazza XX Settembre, un grande abruzzese come Gabriele D’Annunzio, al quale era legato da profonda amicizia e stima. Ricorda ancora Guastella, nel suo pezzo ricco di interessanti particolari, che lo stesso Ojetti più che nomi dell’aristocrazia cittadina, della politica e altri notabili, aveva suggerito di inserire nel comitato “altri dieci o dodici poeti viventi” che avrebbero potuto parlare di Ovidio “con parole di realtà e di rispettosa fratellanza”. Infatti solo loro avrebbero compreso in pieno il valore del sommo poeta sulmonese, più che i politici. Affermazione vera all’epoca e diremmo ancor più fondata oggi. Ojetti scriveva della necessità che Sulmona rendesse omaggio al suo Ovidio, con una statua, che peraltro già nel 1887 era stata eretta a Costanza, l’antica Tomi, dove Ovidio trascorse i suoi ultimi giorni, condannato alla “relegatio” dall’imperatore Augusto. La statua venne finalmente inaugurata nel 1925, il 30 aprile, alla presenza di Re Vittorio Emanuele III, realizzata dallo scultore Ettore Ferrari, di fede massonica, che però essendo antimonarchico, come ricorda l’archeologa sulmonese Emanuela Ceccaroni, rifiutò di prendere parte a quella cerimonia.