IL BOSS QUERELA TERESA NANNARONE, IL GIUDICE ARCHIVIA

Era finita sotto inchiesta insieme a due giornalisti con l’accusa di aver diffamato un ex detenuto del carcere di Sulmona, inseritosi negli ultimi tempi nel tessuto sociale cittadino, entrando a far parte di una cooperativa di lavoro al servizio del Comune. Nei giorni scorsi il Gip del Tribunale di Sulmona, Marco Billi, ha archiviato definitivamente la vicenda affermando cheĀ ā€œnel caso di specie lā€™argomento trattato ĆØ di sicuro interesse in ambito locale e attiene allo specifico tema della sicurezza e dellā€™attivitĆ  di vigilanza e controllo che la societĆ  civile ĆØ chiamata a svolgere per contrastare la criminalitĆ  in generale e le infiltrazioni nel tessuto sociale delle organizzazioni latu sensu mafiose in particolareā€. All’avvocato Teresa Nannarone, presidente del circolo sulmonese del Pd, difesa nel procedimento dall’avvocato Vincenzo Colaiacovo, Guerino Avignone, pregiudicatoĀ per associazione a delinquere di tipo mafioso (ā€˜ndrangheta), due omicidi, estorsioni, lesioni, detenzione illecita di armi e munizioni ed altro ancora, aveva contestato la frase cheĀ “la mafia ĆØ e resterĆ  sempre una montagna di merda…” denunciando con l’avvocato Nannarone anche Ā i giornalisti Patrizio Iavarone, quale autore dell’articolo e Simona Pace, come direttore responsabile della testata online “Il Germe”, che aveva riportato l’espressione usata dalla stessa Nannarone. “Pensava, Guerino Avignone, perchĆ© cosi ha scritto, di doversi opporre alla richiesta di archiviazione formulata dal Pm perchĆ© atto dovuto ā€œnei confronti di quanti tra mille difficoltĆ  operano quotidianamente per il recupero sociale di persone svantaggiate, i quali si sono visti messi alla gogna per il semplice fatto di avere svolto il loro lavoroā€. Chi si ĆØ sentito messo alla gogna? Forse gli stessi che gli hanno mal suggerito di depositare una querela anche per procurato allarme?” scrive l’avvocato Nannarone. “E invece Guerino Avignone si sbagliava, e di grosso. PerchĆ© a Sulmona non solo si ĆØ ribadito che si puĆ² continuare a dire che la mafia ĆØ una montagna di merda, ma si ĆØ anche riaffermato il principio che ā€œla societĆ  civileā€ quella libera, quella che ama la propria terra aggiungo io, ha il dovere di difenderla dalla criminalitĆ  organizzata – conclude l’avvocato –Ā PerciĆ² la querela di Guerino Avignone contro di noi, che da ieri ĆØ diventata carta straccia, ha consentito alla nostra comunitĆ  di rafforzarsi nei propri convincimenti circa i principi basilari di una societĆ  che vuol essere sana, e cioĆØ non mafiosa”.