MINACCE E VIOLENZA PRIVATA, FAMIGLIA SULMONESE CONDANNATA IN TRIBUNALE

Botte, minacce e violenza privata. Con queste accuse un’intera famiglia sulmonese, padre, madre e figlia, è stata condannata oggi dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, per una lite tra i tre imputati e l’ex gestore del Canile comunale, Gabriella Tunno. Due gli episodi al centro del processo. Il primo risale al 2 febbraio 2016 quando Daniela Caponera e Alessia Elia, rispettivamente madre e figlia, hanno impedito alla donna di allontanarsi dal proprio canile privato a bordo della sua autovettura. La prima si è seduta al centro della strada e la seconda si è affiancata alla madre in posizione eretta. Quest’ultima ha quindi aggredito il gestore del canile privato con graffi e percosse, aprendo la portiera, e procurandole una ferita lacerocontusa al naso, un ematoma ad uno zigomo  e un’escoriazione al braccio sinistro. Il referto è di cinque giorni di prognosi ma la querela di parte ha fatto scattare l’inchiesta. A chiedere l’intervento dei Carabinieri è stata la Caponera. Davanti al giudice di pace, sempre per quell’alterco, si è presentata anche l’ex gestrice del Canile comunale accusata di lesioni personali cagionate a una delle due donne, giudicate guaribili in sette giorni. Il processo si chiuse con la sentenza di non doversi procedere per la remissione della querela. L’altro episodio, che risale al 7 febbraio 2016, riguarda invece Alfredo Elia, marito e padre delle altre due imputate, finito sotto inchiesta per aver minacciato in modo grave la sua confinante, lanciandole un pezzo di legno, cercando di scavalcare la recinzione della proprietà dell’ex gestrice del Canile e pronunciando una serie di epiteti che hanno configurato la minaccia. Nel corso del processo, i tre imputati difesi dall’avvocato Silvia Iafolla, hanno spiegato di essere stati più volte ripresi con il telefono dalla donna, gestore di un canile privato che confina un terreno adiacente di proprietà dei tre imputati. La lite sarebbe scoppiata per due cani che fanno capo alla famiglia, ritenuti pericolosi dalla persona offesa assistita in giudizio dall’avvocato Vittorio Masci, contrariamente alla tesi portata avanti dagli imputati. Il giudice alla fine ha condannato Alfredo Elia a tre mesi di reclusione per il reato di minaccia e nove mesi di reclusione Daniela Caponera e Alessia Elia per i reati di violenza privata  e lesioni personali. Tutti e tre sono stati condannati al risarcimento delle spese processuali, ad una provvisionale di 2500 euro oltre al danno da liquidarsi in separata sede. Le motivazioni saranno rese note entro sessanta giorni e la difesa, probabilmente, ricorrerà in appello.