CASCIANI (PD) A DI MASCI, LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE

“Se finora, Bruno Di Masci ha concesso al sindaco Annamaria Casini, una grande rendita di posizione, la mossa dell’ex professore di far dimettere i suoi assessori, tradisce una difficoltà che rasenta la disperazione”.  Lo afferma il neo segretario del Partito democratico cittadino Franco Casciani all’indomani di quello che definisce “un raduno di reduci dimasciani”, l’incontro degli ex iscritti PD di domenica scorsa, in cui l’ex sindaco avrebbe detto solo bugie. “Naufragata sugli scogli del voto anticipato la minaccia pretestuosa di qualche mese fa del “commissariamento lungo”, la instabile e friabile maggioranza ha il fiato corto dilaniata, com’è, e non certo da ieri, da interessati distinguo”, scrive Casciani. “Di Masci mentiva, sapendo di mentire, quando sosteneva che la nascita di una giunta di salute pubblica avrebbe evitato un lungo commissariamento. L’amministrazione Casini poteva essere licenziata un anno fa, di questi tempi, e si sarebbe andati a votare a Primavera dell’anno scorso. Era chiaro un anno fa, e lo è ancor di più oggi, in cosa consistesse l’evocata “giunta di salute pubblica”: non certo a risollevare una Città inchiodata e impantanata, ma più banalmente a esaudire il mai sopito desiderio di potere di Di Masci che, avvalendosi di professionisti dal “curriculum di alto profilo” (curricula in realtà mai esibiti)  ha nominato, con l’assenso della prima cittadina, suoi fidatissimi rappresentanti, utili solo a procrastinare non solo la sua esistenza istituzionale ma anche quella del sindaco”. “Cosa dire, poi, dell’asse che si è creata tra due soggetti politici, Bruno di Masci e Andrea Gerosolimo? – incalza Il nei segretario cittadino del Pd che bisogna ricordare per onore di verità, è stato uno dei più attivi sostenitori insieme a Mimmo Di Benedetto, all’ex sindaco Peppino RANALLI, a Roberta Salvati ora passata alla Lega di Salvini, all’ex assessore Stefano Goti e a tanti altri ora nel Pd, della candidatura dell’attuale sindaco Annamaria Casini –  due pur avendo elettorati diversi e impostazioni ideologiche diversificate (forse), quando si tratta di far cadere anticipatamente un’amministrazione, girano a braccetto in modo organizzato. D’altra parte è cosa nota che Di Masci e Gerosolimo abbiano un minimo comune denominatore: quello di essere affossatori seriali di amministrazioni comunali”. Secondo Casciani queste azioni non avrebbero nulla a che vedere con il bene comune e con l’esigenza “fortemente sentita dei nuovi del PD di risollevare le sorti della Città ma che certo contribuiscono ad allontanare le persone dalla politica e ad anestetizzare una città che vede sempre più il consolidamento del potere dei soliti noti che spesso, sedicente classe dirigente, lucra sui problemi che essa stessa crea”. “Inconcludenza e autoreferenzialità: Sulmona non ne può più” conclude Casciani ricordando “al vecchio socialista Di Masci cosa diceva Nenni: “nella vita di ciascuno di noi c’è un periodo in cui si dà il meglio di sé. Il resto è soltanto un lento declino”.