TRE GIOVANI SULMONESI DENUNCIATI PER LA RISSA DAVANTI ALL’ANNUNZIATA

Alla fine le capacità investigative della Polizia sono riuscite a superare anche l’omertà dei presenti che all’arrivo dei poliziotti fischiarono, per protesta, gli uomini della volante. Ma un’attività investigativa paziente e approfondita ha portato gli uomini della squadra anticrimine del commissariato ad identificare i responsabili di una delle risse che hanno segnato alcuni fine settimana dell’estate scorsa. La polizia infatti ha denunciato all’autorità giudiziaria tre giovani sulmonesi che nella notte tra il 30 giugno e il 1 luglio furono protagonisti di una rissa in pieno centro, davanti al palazzo dell’Annunziata. L’esplosione di violenza seminò panico e scompiglio tra le centinaia di persone che in quel momento affollavano i locali di corso Ovidio. I denunciati sono S.S., 26 anni, L.S. 25 anni e A.D.R. 24 anni. Per tutti l’accusa è di rissa e lesioni aggravate. A sopportare le conseguenze peggiori della rissa fu proprio colui che diede via alla furibonda lite, cercando di colpire il suo rivale con il collo di una bottiglia che aveva appositamente rotto. Per il giovane S.S. fu necessario il ricovero urgente nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, per essere sottoposto ad un delicato intervento al viso per le lesioni e per le escoriazioni multiple riportate nel violento alterco. La lite infatti ebbe inizio tra S.S. e A.D.R. per futili motivi e solo successivamente intervenne L.S. a difesa del suo amico. Lo scontro violento accadde in pochi paurosi istanti, iniziando in via Pantaleo per poi continuare fino davanti alla scalinata dell’Annunziata. Scene di violenza avvennero nel cuore della notte del sabato sera davanti ai locali più affollati del centro storico che ebbero come testimoni centinaia di giovani che provarono grande spavento. I due giovani di origine rom, L.S e A.D.R., si diedero alla fuga mentre il giovane rimasto ferito fu soccorso dal 118 e preferì al momento non raccontare l’accaduto. Stesso comportamento avuto dai numerosi testimoni che, soprattutto per paura di ritorsioni, restarono in silenzio davanti alle domande dei poliziotti, costretti perciò ad un lavoro investigativo più complicato. Quelle scene tremende sollevarono proteste e sdegno tra i giovani e tra le famiglie preoccupate per questi fatti, poco confortanti per chi voglia solo trascorrere in tranquillità e nel divertimento più sano il sabato sera. L’ennesimo episodio di violenza provocò l’intervento del prefetto che in accordo con il sindaco Annamaria Casini decise di potenziare i servizi di prevenzione e controllo sul territorio, restituendo calma ai giovani frequentatori della notte del sabato.