LA DROGA DELL’ECONOMO DEL COMUNE DESTINATA ALLA SULMONA BENE, TREMANO IN TANTI
Un carico di stupefacenti portato da Roma e destinato al mercato locale. Un chilo e mezzo di cocaina e 14 chili di hascisc: un quantitativo finora mai approdato in Valle Peligna, finito nel garage di un insospettabile dipendente comunale finito in manette nel pomeriggio di mercoledì scorso insieme a un “cavallo” proveniente da Roma. Lo riporta oggi il quotidiano ilCentro in un articolo di Claudio Lattanzio. A finire in manette è stato l’economo del comune di Sulmona Armando Di Pietro, con lui è stato rinchiuso nel carcere di via Lamaccio anche Antonio Esposito, arrivato da Roma con il consistente carico di droga. Sulla vicenda sia la guardia di finanza che ha portato a termine l’operazione, la procura della Repubblica di Sulmona mantengono il più stretto riserbo. Per ora si Sa solo che i due arrestati compariranno davanti al giudice per le indagini preliminari sabato mattina per la convalida dell’arresto. In quell’occasione potrebbero arrivare ulteriori chiarimenti a una storia che promette nuovi e clamorosi sviluppi. Le indagini delle fiamme gialle sono ancora in corso e non è escluso che il lavoro degli investigatori possa portare a nuovi arresti, sembrerebbe anche di persone al di fuori di ogni sospetto come tra l’altro era considerato Armando Di Pietro. In queste ore tremano gli ambienti della Sulmona bene ai quali sembrerebbe fosse destinati la cocaina e l’hascisc. Tutto è partito mercoledì scorso quando nel primo pomeriggio è arrivata a Sulmona con il consistente quantitativo di stupefacente a bordo di una Fiat 500 guidata da Antonio Esposito. L’auto dopo aver attraversato la città ha puntato rito verso il quartiere dove risiede Di Pietro e senza alcuna esitazione si è fermata davanti al garage dell’economo del Comune con la persona che la conduceva che ha iniziato a scaricare la droga. Proprio in quel momento è sceso Di Pietro per controllare, avrebbe riferito alla guardia di finanza, di aver sentito dei rumori e voleva controllare quello che stava accadendo. E mentre i due arrestati stavano discutendo le fiamme gialle hanno fatto irruzione nello spazio antistante il garage cogliendoli con le mani nel sacco. In casa con Di Pietro c’era anche un’altra persona, sembrerebbe anche lui dipendente del Comune. Quasi sicuramente era stata una soffiata a mettere le fiamme gialle sulle tracce del cavallo romano, anche se stando ad altre ipotesi, gli uomini del capitano Assunta Arianna Siracusa, pare fossero da tempo sulle tracce di un’organizzazione dedita al traffico degli stupefacenti che partendo dalla capitale ha messo le sue ramificazioni tra il capoluogo peligno e il suo comprensorio, servendosi di terminali al di sopra di ogni sospetto. Fin dal primo momento l’economo del Comune avrebbe respinto ogni addebito di far parte dell’organizzazione, contestando la sua estraneità a qualsiasi tipo di traffico illecito di stupefacenti. Ma l’essere stato colto in flagranza di reato non depone affatto a favore del dipendente comunale che avrà molto da fare, o meglio molto da dire per convincere gli investigatori della sua innocenza. Bocca cucita anche da parte del difensore di Di Pietro, l’avvocato Alessandro Margiotta, il quale si è limitato a dichiarare che “presto la posizione del suo assistito sarà completamente chiarita in quanto assolutamente marginale rispetto all’intera vicenda”.