DUE ALBANESI DI PRATOLA RISTRUTTURANO GRATIS UNA CHIESA DI POPOLI

Non sono cristiani ma  quando hanno visto la chiesa di San Rocco, a Popoli, ridotta in quelle condizioni non sono stati capaci di far finta di niente. “Ci pensiamo noi a sistemarla. Il Signore è uno solo e sarà contento di vedere la sua casa più bella e accogliente”. Un grande gesto di fratellanza e solidarietà  quello messo in atto da due muratori originari dell’Albania ma da tanti anni residenti a Pratola Peligna.  Da venerdì mattina Luan Hallulli e Arbert Mucha si sono messi al lavoro per ristrutturare gratuitamente l’interno della chiesa di San Rocco. La bella storia di solidarietà e di vicinanza alla Nazione che li ha avvolti, la riporta oggi il quotidiano Il Centro, in un articolo firmato da Claudio Lattanzio.  Da tempo le pareti del luogo sacro sono attaccate dall’incuria e dall’umidità: intonaci che cadono continuamente sul pavimento con i fedeli costretti a pregare tra polvere e calcinacci. E l’altro giorno Luan e Albert, che dalla scorsa settimana stanno eseguendo un lavoro in un’abitazione della zona, approfittando della pausa pranzo sono entrati nella chiesa rimanendo meravigliati dallo stato di abbandono in cui si trovava. “Era tutto rovinato”, racconta Luan, “piena di buchi sulle pareti e calcinacci in ogni angolo. Ho detto ad Albert: facciamo qualcosa e siamo andati dai nostri fornitori per acquistare i prodotti che noi utilizziamo per gli interni. Quando è arrivata la signora che custodisce la chiesa era tutta contenta e ci ha detto: Dio vi benedica nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per la chiesa”. Sia Luan che Albert non fanno nulla per nascondere di essere musulmani. “Però siamo figli di Dio”, afferma con convinzione Albert, “non c’entra nulla essere cattolici, ortodossi o musulmani, noi crediamo solo in Dio ed è lui che ci guida in quello che facciamo”. Naturalmente la custode popolese della chiesa di San Rocco, Liliana Cavalieri, è rimasta molto colpita dal gesto dei due muratori albanesi: “La mano della provvidenza ha forse agito su queste brave persone che la nostra comunità religiosa non finirà mai di ringraziare”, ha detto la donna in segno di gratitudine. “La religione esiste dentro ognuno di noi”, conclude Luan, “noi viviamo in Italia da oltre 30 anni e siamo stati accolti come fratelli. Qui ci è stata data la possibilità di lavorare e di poter pensare alle nostre famiglie e ai nostri figli. E quando possiamo contribuire a dare un po’ di felicità a questa comunità lo facciamo nel segno e nel nome di Dio, così come ci è stato insegnato dai nostri genitori e dai nostri nonni”.