CARDINALE SIMONI A PESCOCOSTANZO PELLEGRINO ALLA MADONNA DI FATIMA

Sarà a Pescocostanzo da pellegrino il cardinale Ernest Simoni, che domani, venerdì 27 settembre, inaugurerà le tre giornate dedicate alla Madonna di Fatima. La statua della Vergine arriverà domani, alle 18, nel centro dell’Alto Sangro davanti alla chiesa di Gesù e Maria, raggiungendo in processione la basilica di S.Maria del Colle. Seguirà la santa messa, concelebrata dallo stesso cardinale Simoni e dal vescovo Michele Fusco. Sabato, 28 settembre, alle 10.30, si terrà un rosario con la recita dell’Angelus. Nel pomeriggio le celebrazioni si terranno invece nell’eremo di San Michele Arcangelo con la santa messa celebrata dal cardinale Simoni. La giornata conclusiva di domenica 29 settembre, festa di San Michele Arcangelo, si aprirà alle 10, nella chiesa di S.Maria delle Grazie. Alle 11.30 la messa solenne presieduta dal cardinale Simoni. Nel pomeriggio riti conclusivi con la santa messa del parroco di Pescocostanzo, don Daniel Cardenas, nell’eremo di San Michele, alle 16 e infine la celebrazione eucaristica alle 18, nella basilica di S.Maria del Colle. “E’ un grande evento quello che ci apprestiamo a vivere per l’omaggio che renderemo alla Madonna di Fatima, che fa visita alla nostra comunità e per l’incontro con il cardinale Simoni, espressione di una Chiesa che si fa testimonianza viva del vangelo, conoscendo le esperienze sofferte dal cardinale perseguitato dal regime in Albania” ha sottolineato don Daniel. Il cardinale Simoni, novantunenne, venne arrestato dalle autorità comuniste nel 1963, dopo la celebrazione della messa natalizia, accusato di aver celebrato messe in suffragio del presidente americano Kennedy, assassinato a Dallas nel novembre di quell’anno. Incarcerato e torturato, venne condannato a morte, ma la pena fu successivamente commutata in 25 anni di prigioni lavori forzati. Una nuova condanna a morte venne emessa nei suoi confronti nel 1973, con l’accusa di aver istigato una sommossa, ma la testimonianza a favore di uno dei suoi carcerieri fece sì che, ancora una volta, la condanna non venisse eseguita. Nel 1981, dopo diciotto anni di lavori forzati, è stato scarcerato ma sempre considerato nemico dal regime comunista.