RAPINA PARAFARMACIA DI VIALE MAZZINI, CHIESTO IL PROCESSO PER DUE SULMONESI

Minacciò la farmacista con un coltello facendosi consegnare la borsa che teneva stretta tra le mani. Poi scappò via con l’aiuto di un complice che lo stava aspettando con un furgone. Una rapina che sembrava dovesse restare impunita quella messa in atto nei confronti della farmacista titolare della parafarmacia del Conad di viale Mazzini, ma che grazie a una meticolosa indagine della squadra anticrimine del commissariato di Sulmona si è conclusa con l’identificazione dei due rapinatori. Si tratta di due giovani di Sulmona, Giuseppe Serva e Maurizio Ventresca per i quali la procura ha già inoltrato la richiesta di rinvio a giudizio. L’udienza davanti al gip si terrà il 16 gennaio del 2020. I due dovranno rispondere di concorso in furto aggravato e rapina a mano armata. I fatti fanno riferimento al 9 febbraio del 2018 quando la titolare della parafarmacia che si trova nell’edificio dove ha sede il supermercato Conad di viale Mazzini, aveva appena chiuso il negozio e si apprestava a salire sulla sua auto. In una mano la donna stringeva l’incasso della giornata mentre nell’altra la borsa con il computer e i documenti. Alla polizia la donna raccontò che all’improvviso le si è parato davanti un uomo con un coltello tra le mani. Temendo che potesse accadere qualcosa di grave, la prima cosa che le è venuta in mente è stata quella di offrire al malvivente i soldi dell’incasso che teneva tra le mani, nella speranza di vederlo al più presto andar via. Anche perché, in quel momento, era più importante per la donna riuscire a non mollare la borsa e il suo contenuto (documenti, computer e carte di credito), anziché i 1.400 euro dell’incasso. Ma il rapinatore non ha accettato e dopo essersi preso la borsa è scappato via con il suo complice che lo stava aspettando poco più distante, a bordo di un furgone bianco, rubato poco prima sulla circonvallazione orientale alla ditta idraulica Di Martino e figlio. Una scelta, quella del malvivente di lasciare la cospicua somma di denaro nelle mani della donna, che lasciò molti dubbi in sospeso. Dubbi e perplessità che la squadra anticrimine del commissariato è riuscita a chiarire successivamente con il ritrovamento della borsa e dei documenti in un prato del comune di Introdacqua. Il rapinatore infatti pensava che all’interno della borsa vi fossero molti più soldi di quelli che la farmacista gli stava offrendo. Ha rischiato e gli è andata male perché nella borsa oltre al computer e ai documenti c’erano solo 200 euro.