PD ACCUSA: COMUNE DI SULMONA “PARENTOPOLI E AFFAROPOLI”

Per il circolo  Pd sulmonese nel Comune di Sulmona si sarebbe ormai in “Parentopoli e Affaropoli”, almeno stando ad alcuni provvedimenti amministrativi “tra i più stravaganti che in un Comune reale nessuno immaginerebbe di poter adottare”. Il Pd cita ad esempio di questi provvedimenti “una determina per la nomina  di una commissione giudicatrice di un appalto per mensa scolastica il cui presidente viene pescato all’esterno, “con un appannaggio di 1.500 euro più rimborso delle spese di viaggio pari ad un quinto di un litro di benzina super”, e scoprire che quello stesso ingegnere qualche giorno dopo sarebbe diventato dipendente del Comune e quindi avrebbe potuto svolgere quella funzione senza compenso, come avviene per gli altri due membri interni”.  “Oppure l’altra, con cui si dà, con affido diretto, la cura del  verde pubblico ivi compresi interventi urgenti, ad una cooperativa di un’altra cittadina  per un impegno di spesa di 27.000 euro, come se in loco non ci possano essere risorse imprenditoriali per svolgere adeguatamente quel compito”. “Ma questo può accadere tranquillamente a “Parentopoli & Affaropoli”, senza che nessuno chieda conto del perché si spendono soldi dei contribuenti in maniera a dir poco scriteriata – sostiene il Pd – In un Comune reale, per fortuna, tutto ciò sarebbe impensabile. Infatti, come può passare inosservata una spesa – sia pure esigua – di 1.500 euro senza alcuna apparente giustificazione in un periodo di vacche magre per i bilanci, a rischio default per i numerosi risarcimenti danno richiesti, facendo gravare quella somma, magari, sulla retta dei buoni mensa?”. “Oppure, come può essere ignorato il fatto di affermare pomposamente di voler sostenere in tutti i modi l’economia cittadina cercando di favorirne l’imprenditoria locale, e poi preferire, invece, fare affidi diretti ad altre realtà di altri paesi dei dintorni quando si tratta di procedere per chiamata diretta? Se poi ci si aggiunge anche la pulizia di un parco Pubblico dopo averlo devastato  con una idea balzana di qualche assessore che lo aveva trasformato in stazzo per cavalli con  conseguenze facilmente prevedibili, come non giungere alla classica conclusione: oltre il danno, anche la beffa?” domandano i dem. “No, in un Comune reale quanto immaginato non può accadere, semplicemente perché ci sarebbe un’opposizione agguerrita in Consiglio comunale che chiederebbe la revoca immediata dei provvedimenti in questione e l’opinione pubblica, indignata, la testa di quel sindaco” conclude il Pd.