IL SINDACO CASINI ALL’ESAME DECISIVO

Era stato convocato giovedi sera dal sindaco Annamaria Casini ma era andato deserto il vertice di maggioranza che invece si ripropone per domani, lunedi 10 giugno. Un vertice che arriva dopo una settimana non proprio tranquilla per la coalizione che si regge sull’intesa Gerosolimo-Casini-Di Masci. Qualche scossa alla maggioranza è venuta dagli avvisi di garanzia recapitati per l’inchiesta Cogesa all’amministratore unico della società, Vincenzo Margiotta e all’assessore comunale al Bilancio, Stefano Mariani. Perlomeno quegli avvisi anche se non hanno destabilizzato la coalizione qualche imbarazzo lo creano, con la ventilata estensione dell’inchiesta, che già preconizzano, per non dire auspicano, alcuni esponenti della minoranza. L’altra novità viene poi dal ritorno degli uomini vicini all’ex sindaco Bruno Di Masci a dividersi in tre gruppi civici distinti, come all’origine di questa consiliatura nel 2016, avendo deciso di abbandonare il Pd, concludendo l’ennesima vertenza con i vertici provinciali e regionali del partito. Ora l’ex sindaco con Antonio Di Rienzo e Fabio Ranalli saranno per un periodo senza bandiera di partito, magari in attesa di trovare una nuova casa. Il vertice di domani però si concentrerà sull’agenda dei prossimi mesi, nelle scorse settimane dettata da Di Masci. I famosi “uno, due, tre, quattro punti” da ottenere per poi tornare, con un anno d’anticipo, a nuove elezioni. Macchina comunale da riorganizzare, emergenza scuole da risolvere, revisione del piano regolatore sono gli obiettivi primari da cogliere per rimettere almeno in moto la città. Bisognerà vedere come questi obiettivi saranno conseguiti, secondo quale impostazione e con quale riuscita effettiva.  Intanto le truppe del Pd prossimo venturo affilano le armi per l’appuntamento congressuale e soprattutto per riorganizzare le fila in vista delle elezioni amministrative della primavera 2020. Nel centrodestra si tenta di restituire sembianze e programmi ad una coalizione che dai tempi ormai della sindacatura Federico si è dissolta, finendo fagocitata dal civismo regnante nelle elezioni del 2016 e che ha attraversato tutte le formazioni politiche.