SORELLA DI GUIDO CONTI, DECISI AD ANDARE AVANTI SU NUOVE INDAGINI
“Non abbiamo alcuna idea precostituita, vogliamo solo capire. E’ giusto che si facciano nuove indagini, seppur doloroso; ogni volta è una ferita che si riapre ma senza alcun preconcetto e tanta serenità abbiamo deciso, d’accordo con il legale, di fare opposizione alla richiesta di archiviazione. Siamo in attesa che vengano chiarite alcune cose, per un interesse alla verità”. Lo ha detto Silvia Conti, sorella dell’ex generale dei carabinieri forestali e dirigente della Polizia Stradale di Pescara, in merito alla riapertura del caso sulla morte di Guido Conti e all’udienza fissata per il prossimo 11 luglioa Sulmona. Sentita a sommarie informazioni dai carabinieri del Nucleo Investigativo due giorni dopo la morte di suo fratello (il 19 novembre 2017) Silvia Conti disse: “Mio fratello non mi ha mai esternato particolari disagi lavorativi legati all’accorpamento del Corpo Forestale all’Arma dei carabinieri. Si era sempre limitato a dirmi che doveva abituarsi alle nuove procedure, anche se ovviamente non era stato felice e non condivideva la soppressione del Corpo. Nell’ultimo periodo, già a partire dal 2016, Guido mi aveva rappresentato più volte l’intenzione di lasciare il servizio poiché cominciava a pesargli la necessità di viaggiare continuamente da Sulmona a Perugia. “Nella primavera di quest’anno Guido mi ha parlato per la prima volta della possibilità di andare a lavorare alla Total – si legge ancora nel verbale – Mi disse che era stato contattato in quanto erano note le sue competenze in materia di reati ambientali e che si sarebbe dovuto recare in Francia per parlare con l’amministratore delegato, cosa che però non è mai avvenuta perché sarebbe dovuto andare proprio in questi giorni. Non mi ha mai detto di voler rinunciare all’incarico alla Total o di voler successivamente dimettersi. Guido – concluse la donna – non mi ha mai fatto alcun cenno sulla vicenda di Rigopiano né alcuno mi ha mai riferito che mio fratello avesse preoccupazioni al riguardo”.