FACEBOOK CHIUDE LA PAGINA LEGA SALVINI SULMONA GESTITA DA UNA INSEGNANTE DEL LICEO SCIENTIFICO
Fakes news e contenuti divisivi contro migranti e antisemiti: Facebook chiude 23 pagine italiane, (oltre la metà a sostegno di Lega o M5S), che contavano oltre 2,46 milioni di follower. Tra queste anche Lega Salvini Sulmona, una delle più attive con 307 mila seguaci. A gestire la pagina era una insegnante del Polo scientifico, Tiziana Di Pietro regolarmente iscritta alla Lega è molto vicina all’ex sindaco Fabio Federico coordinatore territoriale del partito di Salvini. La decisione è arrivata dopo un’accurata indagine della ong Avaaz, che si occupa di diritti umani e campagne ambientali.
Facebook ha anche chiuso qualche decina di account fake e depotenziato pagine che diffondevano contenuti con notizie false. La motivazione tecnica per la chiusura delle pagine è legata al cambio del nome: inizialmente proponevano temi che non sembravano alludere a partiti politici o movimenti e poi, attraverso vari passaggi, cambiavano tema. “Si tratta di un gravissimo attacco alla democrazia”, afferma l’ex sindaco Fabio Federico, “precedenti del genere ci sono stati solo in Cina o in Corea del Nord, che è tutto dire e dà l’esatto dimensione della gravità della decisione. Conosco Tiziana Di Pietro da sempre e conosco il suo valore. È rimasta incredula dell’accaduto così come tutti quelli che la conoscono. Anche perché la pagina è stata chiusa senza nessun preavviso e senza fornire spiegazioni quando sono state chieste dopo l’oscuramento”.
Tra le pagine chiuse “Vogliamo il movimento 5 stelle al governo”, che contava 129mila followers e quasi 700mila interazioni in tre mesi, “Beppe Grillo for President”, Lega Salvini Sulmona” che aveva 307mila seguaci, “Lega Salvini Premier Santa Teresa di riva”, “Noi siamo 5 stelle”. Pagine che, come spiega il rapporto di Avaaz, diffondevano fake news e parole di odio. Tra gli esempi citati, una falsa dichiarazione attribuita a Roberto Saviano e diffusa dalla pagina “Vogliamo il Movimento 5 Stelle al governo”: lo stesso scrittore era stato costretto a smentire una frase che non aveva mai detto.