LAVORO, PATTO DI COLLABORAZIONE TRA DIOCESI SULMONA E TERRA VIVA
Un patto di collaborazione tra la Diocesi di Sulmona-Valva e il consorzio Terra Viva, rappresentato dal presidente Nunzio Marcelli, sarà sottoscritto sabato prossimo 11 maggio, alle 16, nel salone dei Vescovi, a palazzo vescovile. La Diocesi su iniziativa del Progetto Policoro, un progetto nazionale promosso dalla Conferenza episcopale italiana che si fonda su giovani, vangelo e lavoro, nell’ambito del processo di costruzione di una rete diocesana composta da piccole-medie imprese, attività artigianali e liberi professionisti intende avviare una collaborazione sperimentale con il consorzio Terra Viva. La volontà di collaborare nasce dall’esigenza della Chiesa di affrontare il problema della disoccupazione, in particolare quella giovanile, per questo è necessario unire le forze e supportare i diversi attori locali con la speranza di determinare una crescita economica, culturale e sociale significativa che possa garantire anche l’inserimento di nuovi lavoratori. “Gli obiettivi di questo patto sono quello di alleviare il peso della disoccupazione nel comprensorio pelino e della diocesi attraverso l’inserimento di giovani nel lavoro delle aziende consorziate – spiega Marcelli – sia quello di favorire la collocazione sul mercato di prodotti locali, quali quelli lavorati da aziende del territorio, quali quelle agricole o di allevamento”. Terra Viva, che opera nel settore agro-alimentare, riunisce una sessantina di produttori della zona, molti che rientrano nel territorio diocesano, altri collocati anche al di fuori, che puntano su un’agricoltura di qualità e stagionale senza forzare i tempi della natura. Il progetto Policoro che nasce per dare supporto all’avvio di impresa a ragazzi di età compresa tra i 18 e i 35 anni è presente in diocesi da poco più di dieci anni e una delle situazioni riscontrate in questo arco di tempo è quella di una scarsa vocazione ed educazione imprenditoriale della comunità. Anche per ovviare a questa problematica si vuole intraprendere questo percorso che può condurre non solo alla realizzazione di eventi, laboratori e tutta una serie di attività accessorie, ma anche all’acquisizione e alla trasmissione di un’esperienza e di un saper fare (know how) che solo chi svolge un’attività può avere. Con questo patto la diocesi torna a dare un supporto concreto ad un settore spesso poco sostenuto e valorizzato.