IN SEICENTO AL SENTIERO DELLA LIBERTA’ UNENDO STORIA E FUTURO (video)
A tagliare il nastro della diciannovesima marcia del Sentiero della Libertà sono stati Gilberto Malvestuto, ultimo ufficiale della Brigata Maiella e Lea Cicerone, figlia di Roberto, detto “Pazzone”, che fu tra i principali esponenti della Resistenza umanitaria, fatta di accoglienza e solidarietà verso i prigionieri Alleati in fuga dal Campo 78 di Fonte d’Amore e di quanti con loro parteciparono alla lotta di liberazione dall’occupazione delle truppe tedesche e dal regime fascista. In seicento, tantissimi studenti provenienti da ogni parte d’Italia, sono partiti per ripercorrere da Sulmona a Casoli, passando per Campo di Giove e Taranta Peligna, la strada che fecero i prigionieri Alleati per ricongiungersi alle truppe angloamericane. Entusiasta Mario Setta, tra i principali artefici dell’evento, al quale diede vita quando era docente di filosofia nel Liceo scientifico di Sulmona, con la pubblicazione del volume “E si divisero il pane che non c’era” realizzato come inchiesta e ricerca tra i protagonisti di quel drammatico momento storico dai liceali. “Come sempre la storia è insegnamento – ha sottolineato Setta – la storia è qualcosa che rimane, perché l’uomo fa la storia e in questo senso siamo contenti che quest’anno è cresciuto il numero dei partecipanti, seicento persone che ripercorrono la strada da Sulmona verso Casoli, simbolo della libertà”. Il presidente dell’associazione Il Sentiero della Libertà, Maria Rosaria La Morgia, ha ricordato il valore della Resistenza umanitaria, che vide mobilitata gente spesso umile, come contadini, operai e artigiani, che nelle loro case hanno accolto con grande senso di solidarietà i prigionieri in fuga dal campo 78 ma anche gli antifascisti. “Il valore della solidarietà e dell’accoglienza è essenziale in un periodo nel quale spesso si diffondono odio, violenza, intolleranza e fanatismo” ha sottolineato il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini. “Solidarietà e accoglienza sono valori essenziali da sostenere e dei quali i giovani anzitutto debbono farsi portatori” ha concluso il sindaco. “Faccio affidamento sui giovani perché s’impegnino sempre al mantenimento della pace, ripudiando la violenza e la guerra che sono gravissime malattie dell’umanità” ha detto Malvestuto, ricordando i giorni drammatici della lotta di Resistenza. Una resistenza che dura ancor oggi contro ogni forma di oppressione e di privazione del bene della libertà e della dignità di ogni persona. Tanti gli studenti che prendono parte alla marcia. “Ai miei amici studenti dico leggete e informatevi, il passato è fatto essenziale per la nostra vita e tramandarlo è fondamentale” ha detto Maria Elena Rapone, del Liceo classico Ovidio. Altri studenti hanno ricordato l’importanza della memoria per conoscere e capire il passato vivendo il presente alla luce di valori intangibili.