FARE RETE NELLE EMERGENZE AMBIENTALI, APPELLO DELLA GIORNALISTA TROZZI AL CONVEGNO DELL’UNIVERSITA’ CHIETI-PESCARA

“Dobbiamo fare rete, da soli non si va da nessuna parte”: l’appello è stato lanciato dalla giornalista sulmonese, Maria Trozzi, al convegno “Dalle scienze della Terra alle scienze psicologiche: un percorso complesso ma indispensabile per la gestione delle emergenze”, che si è svolto ieri nell’aula magna della Facoltà di Psicologia, dell’Università D’Annunzio Chieti-Pescara. Trozzi, autrice e blogger di Report-age.com chiede una maggiore preparazione per i giornalisti impegnati nelle emergenze ma rivolge e allargo l’invito anche alle altre categorie chiamate ad assolvere importanti compiti nei soccorsi. Nel suo intervento, la giornalista, da sempre impegnata sul fronte dell’ambiente, ha fatto riferimento agli incendi di monte Morrone, sottolineando che non si è saputo più nulla dell’inchiesta sui roghi della rovente estate 2017 e racconta agli studenti universitari l’esperienza vissuta in prima linea, con i Superalpini, nel corso di alcune delle tante operazioni d’intervento eseguite con successo dal IX Reggimento dell’Aquila, Battaglione Vicenza, che in quell’occasione di grande difficoltà fornì con le sue squadre un importante contributo alle comunità della valle Peligna assediate dal fuoco. “Occorre maggiore collaborazione tra le diverse realtà in campo e in azione durante gli interventi per poter lavorare meglio e fornire un contributo valido anche e soprattutto in situazioni di emergenza. Gli incendi della montagna sacra di papa Celestino V sconvolsero un’intera comunità, ma ancora oggi quel disastro non ha un nome né una ragione– aggiunge Trozzi -Siamo senza risposte sulle ragioni dei roghi che vennero appiccati sui monti nell’Estate del 2017, soprattutto nel parco della Maiella. É certo che da tempo era stato lanciato l’allarme sulle condizioni pietose in cui versavano i nostri boschi, i sentieri e le piste tagliafuoco. Da quell’anno non è cambiato niente e le montagne restan abbandonate a loro stesse. A chi giova?” ha concluso la giornalista.Di psicologia nell’emergenza e del contributo dell’Esercito italiano in situazioni critiche che vivono molti territori del Paese, soprattutto l’Abruzzo, ha parlato il Maggiore Monica Colombo, Ufficiale psicologo della Brigata Taurinense. Nelle emergenze non vanno trascurati tantissimi aspetti che nell’incontro sono stati finalmente messi in luce da psicologi, docenti dell’università e dai tecnici dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Occorre prevenire e quando necessario intervenire in modo sempre più efficace e competente. Di Protezione civile italiana e del metodo Augustus, strumento di riferimento per la pianificazione nel campo delle emergenze, ha trattato Pasquale de Santis, direttore della Civil protection and Emergency accademy (Rm) che non risparmia una frecciatina ai sindaci che non pianificano per mancanza di fondi che però non mancano per altro genere di iniziative. Gli esperti mettono a disposizione le proprie specificità disciplinari e cominciano a muovere i primi passi, insieme, per rispondere ai bisogni della collettività in emergenza. L’idea è di coordinare i vari gruppi di lavoro, le diverse realtà in campo per vincere le criticità di una regione, l’Abruzzo, tempestata da calamità ed emergenze di ogni tipo. “È il punto di partenza, ma occorre approfondire a livello scientifico le nostre metodiche, insieme, è quel che chiedono tutte le realtà in campo” ha affermato concludendo i lavori del convegno il maggiore Pasquale Marrese, del Battaglione Vicenza IX Reggimento Alpini dell’Aquila.