DI GIANDOMENICO (ITALICA): SBAGLIATO NON ANDARE SUBITO ALLE URNE PER UNA NUOVA AMMINISTRAZIONE COMUNALE

“La giunta di salute pubblica appena formata dalla sindaca Annamaria Casini non risponde alla volontà popolare, disattende le aspettative di migliaia di cittadini che, a giugno 2016, scelsero con Casini di dare un taglio al passato, in una cruenta campagna elettorale tempestata di accuse e querele che i due candidati, alla carica di sindaco, si scambiarono maldestramente anche al ballottaggio. Ora è tutto dimenticato per il bene della città, in nome della continuità amministrativa? Oppure la sindaca stende il tappeto rosso al suo antagonista per conservare un ruolo, l’incarico e lo stipendio sacrificando la sua comunità e con questo nuovo esecutivo propinando un ritorno al vecchio e improduttivo passato? Proprio lei che esortava i suoi consiglieri ‘ chiaro e forte, a non imitare stili e pratiche del passato”. L’accusa e le domande al sindaco arrivano dal portavoce del movimento Italica, Alberto Di Giandomenico. “La sua elezione doveva essere una svolta per cambiare modo di amministrare, svecchiando il sistema, è stata invece un grimaldello per sostituire persone con altre persone, vicine al suo ex amico Andrea Gerosolimo, al vertice delle società che contano, le partecipate. Tutto per costruire un’altra piramide dove al vertice non c’è Sulmona, relegata a ruoli marginali, dove alla base la città resta stretta da lacci e lacciuoli che la terranno sequestrata per anni ad interessi controversi e di bottega. Sono 6 mila900 sostenitori che condivisero il suo progetto civico, rifiutando il vecchio, traditi in questi anni attraverso decisioni che hanno messo in ombra la città, ingannati ora che la sindaca scende a patti con chi può farle da stampella. Si è negato ai sulmonesi la possibilità di tornare alle urne, a maggio, con un commissariamento di pochi mesi per traghettare la città negli inferi – continua Di Giandomenico – democrazia al macero con un accordo improbabile che alle prime tensioni in consiglio comunale farà sprofondare tutti nell’abisso di un commissariamento lunghissimo che affievolirà ulteriormente il ruolo del Comune soprattutto nelle società partecipate che soffrono di serie difficoltà. Complicazioni che le elezioni di maggio, con competenti e corretti candidati, si sarebbero potute curare. In questi 3 anni sul piatto della bilancia peseranno le decisioni del vertice delle aziende pubbliche con Sulmona già sotto scacco e da adesso in poi oltremodo indebolita. Un’amministrazione che avrebbe dovuto esercitare un ruolo principe, da contrappeso, è ridotta a complice di un modo di fare politica che la candidata sindaca Casini diceva di ripudiare. La città non ha gli strumenti giusti per andare avanti con dignità e se un rimedio c’era è stato negato da quella stessa sindaca che insiste a costruire castelli di sabbia per il bene della comunità”. “Ora la prima cittadina in che area si posiziona? Possibile che 3 mila 659 voti (34,65%), i voti con cui Di Masci candidato del centrosinistra perse alle scorse amministrative, possano vincere su un’intera comunità, su 6 mila 900 elettori che dissero di no alla vecchia politica?” conclude Di Giandomenico.