IL BOSS CHIEDE UNA CELLA PIU’ AMPIA NEL CARCERE DI VIA LAMACCIO, LA CASSAZIONE GLIELA NEGA

Voleva una cella più ampia e comoda, nel penitenziario di via Lamaccio ma la Corte di Cassazione gliela nega. Protagonista del singolare caso giudiziario il boss di Cosa Nostra, Domenico Ganci, ergastolano nel supercarcere sulmonese che si è visto rigettare il ricorso in Cassazione. Ganci, sessantunenne, insieme al padre e al fratello, prese parte alla strage di Capaci. Fu lui infatti a segnalare la partenza dell’auto blindata nella quale viaggiava il giudice Falcone accompagnato dalla moglie e dalla scorta, dall’aeroporto di Punta Raisi. Ganci è detenuto in regime di 41 bis e di recente, tramite il suo avvocato, aveva presentato un ricorso, invocando la violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea per i Diritti Umani. Nel ricorso il boss ergastolano chiedeva che gli venissero concessi spazi più ampi ed adeguati all’interno del carcere, visto che le dimensioni della sua cella sono al di sotto dei limiti consentiti dalla Convenzione stessa, sebbene di appena 10 centimetri.  La sua istanza era stata già rigettata dal Tribunale di Sorveglianza e adesso anche dalla Corte di Cassazione, prima sezione penale. I giudici di Cassazione non hanno ravvisato anomalie nella sentenza del tribunale di sorveglianza, respingendo il ricorso del boss.