CGIL: ISTITUZIONI E POLITICA DEVONO MUOVERSI A DIFESA DEL PUNTO NASCITA

“Istituzioni e politica devono tornare a svolgere il loro ruolo a difesa del territorio, dei cittadini, degli operatori e dei servizi sanitari poichĆ© hanno lā€™obbligo costituzionale di dover assicurare il diritto alla salute ad ogni cittadino senza dimenticare il contesto sociale, territoriale ed orografico in cui si viveā€. Il richiamo alle responsabilitĆ  delle istituzioni e della politica viene dalla Cgil, che torna sul rischio di chiusura del punto nascita,Ā ribadendo netta contrarietĆ  all’ipotesi di smantellamento. “Sono anni ormai che invece di intervenire sulle motivazioni che hanno generato nel tempo una contrazione del numero di parti, il tema viene utilizzato per perenni propagande elettorali di basso spessore politico finalizzate, a seconda dei casi, o per rivendicazioni di ipotetici meriti personali o per la ricerca di responsabilitĆ  politica di chi, nellā€™alternanza delle sindacature cittadine e dei governi regionali, si trova a dover gestire la grave ed annosa problematica che costringe il territorio del Centro Abruzzo ed i suoi cittadini ad una instancabile lotta a tutela del servizio pubblico sanitario di prossimitĆ ” sottolinea il sindacato, che ritiene la minaccia di chiusura di importanti servizi sanitari un attacco all’intera comunitĆ  sulmonese e del Centro Abruzzo. A pagare saranno, come sempre, i soli cittadini, privati dell’ennesimo servizio. “Le motivazioni addotte risultano essere assolutamente parziali ed evidenziano una completa ignoranza rispetto alla configurazione orografica del territorio e del reale bacino di utenza di riferimento, considerando, tra lā€™altro, la condizione di crisi economica che persevera nei nostri territori” continua la Cgil che ricostruisce le tappe della vicenda.Ā ā€œLa storia di questo travaglio nasce dal Governo regionale Chiodi, lā€™allora sindaco di Sulmona era Fabio Federico ed il Direttore generale della Asl Giancarlo Silveri. GiĆ  in quegli anni il territorio in maniera compatta si oppose alla chiusura del presidio sanitario peligno in ogni modo, basti ricordare la manifestazione del 19 marzo 2011 che vide la partecipazione di migliaia di persone. La minaccia di chiusura del punto nascita ĆØ rimasta sempre lƬ come una spada di Damocle sulle nostre testeā€ ricorda il sindacato.Ā ā€œInfatti durante il governo Dā€™Alfonso con le sindacature Ranalli e Casini, le cose non sono migliorate tantā€™ĆØ che la Cgil, unitamente ad altre organizzazioni sindacali, hanno portato avanti innumerevoli iniziative, che vanno dal presidio permanente davanti allā€™ospedale alla raccolta di oltre 8000 firme in poco piĆ¹ di un mese, passando per le manifestazioni davanti lā€™Ospedale ed al Consiglio Regionale, solo per ricordarne alcune. In queste ultime settimane, che hanno anticipato le elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale, abbiamo assistito a continue passerelle di candidati e loro sostenitori, vice ministri e parlamentari, tutti ā€“ nelle intenzioni dichiarate ā€“ pronti a tutelare i presidi pubblici del territorio a partire dal punto nascitaā€ sottolinea il sindacato. “Oggi, ad elezioni ultimate, ci piacerebbe vedere quegli intenti tradotti immediatamente in atti amministrativi finalizzati una volta per sempre, a chiudere positivamente la vertenza che, a detta di qualcuno durante la campagna elettorale, era giĆ  stata risolta. La Cgil continua oggi a denunciare e a lottare affinchĆ© non debbano essere le future mamme a recarsi in centri lontani dalle proprie abitazioni ma che sia il Servizio Sanitario ad avvicinarsi a chi ne ha bisogno essendo il diritto alla salute inalienabile e di prossimitĆ  – continua il sindacato – riteniamo da sempre la vertenza sul punto nascita di Sulmona prima di tutto una questione di civiltĆ , perchĆ© sguarnire un territorio cosƬ vasto di un presidio fondamentale sarebbe una scelta scellerata.Questo dovrebbe essere lā€™impegno della Politica e non le diatribe a cui abbiamo assistito in questi anni che hanno portato ad una lenta e costante agoniaā€.Ā ā€œA ciĆ² si aggiungano i mancati investimenti in termini di personale e tecnologie dovute alle scelte gestionali della ASL prima con Slveri e poi con Tordera questā€™ultimo, va ricordato, addirittura ha proposto la chiusura del Punto Nascita per far fronte alle carenze di personale ed al rientro dallo sforamento del costo del Personale stesso. Riteniamo strategica e fondamentale la permanenza del Punto Nascita nel territorio della Valle Peligna anche in considerazione della nuova struttura Ospedaliera completamente antisismica, la prima ed unica nella Regione Abruzzo. La Cgil si oppone a scelte che rischiano di mettere in ginocchio un intero territorio e sono sin da ora pronte alla mobilitazioneā€ precisa il sindacato, ribadendo le motivazioni giĆ  note che devono far muovere politica e istituzioni, dalla Regione fino al Ministero della Salute, a lasciare aperto un presidio pubblico essenziale, al servizio di un ampio territorio e della sua cittadinanza.