ABRUZZO SEMPRE PIU’ NEL MIRINO DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA

L’Abruzzo sempre più nel mirino delle organizzazioni criminali. A confermare l’inquietante sospetto sono i dati diffusi dal Ministero degli interni, riportati dal quotidiano Il Centro. Dati che parlano chiaro: sono 310 gli immobili e 27 aziende, sequestrati in Abruzzo alla mafia, e più in generale alla criminalità organizzata. Tra gli immobili sotto sequestro spiccano ville, appartamenti, box auto ma anche locali come bar, pub e ristoranti, officine meccaniche, aziende agricole, uffici e società finanziarie. La provincia con il minor numero di sequestri è quella dell’Aquila che ne conta 41. Invece il triste primato spetta alla provincia di Pescara, con 108 sequestri effettuati. In provincia di Chieti se ne contano 105, in provincia di Teramo 56. Cifre da riflettere e non sottovalutare, perché campanello d’allarme ennesimo sulla presenza della criminalità organizzata anche in una regione decantata per anni come isola felice e immune da fenomeni criminali significativi. Non è di poco conto infatti che la Direzione investigativa antimafia (Dia), nella relazione semestrale al Parlamento, della primavera 2018, ha parlato di un accordo tra ‘ndrangheta e mafia siciliana per “spartirsi” Abruzzo e Molise. Nelle quattro province abruzzesi, in casi succedutisi di recente, sono stati sequestrati immobili riconducibili ad uomini affiliati a clan della camorra e della mafia pugliese. Invece circa le 27 aziende sequestrate in Abruzzo, 26 sono  in attesa del provvedimento di confisca definitivo. L’unica di cui è stato disposto il provvedimento definitivo è a Vasto. Per le altre 26, il primato spetta alla provincia di Teramo, con 10 aziende sequestrate. Altre 9 sono in provincia di Chieti, 5 in provincia di Pescara e 2 in provincia dell’Aquila. Infine per gli immobili, 63 sono già stati trasferiti al patrimonio dello Stato, altri a enti territoriali che li utilizzano a scopi sociali.