USURA, LA PROCURA METTE IN CASSAFORTE LE PROVE CONTRO GLI INDAGATI

La Procura della Repubblica mette in cassaforte le prove sull’aggressione all’autolavaggio ai danni di una donna di origine romena. Un’aggressione dalla quale partƬ un’inchiesta su un presunto giro di usura che vede coinvolta un’intera famiglia rom. Nel corso dell’inchiesta la Polizia ĆØ riuscita a scoprire che il giro di usura era molto piĆ¹ ampio e coinvolgeva altre quattro persone. Questa mattina nell’incidente probatorio sono stati sentite le presunte vittime tra cui la donna romena che ĆØ stata aggredita nell’autolavaggio che gestisce, il figlio presente all’aggressione e il proprietario dell’autolavaggio. Davanti al Gip Marco Billi e al sostituto procuratore Stefano Iafolla i testimoni avrebbero confermato tutte le accuse che la Procura utilizzerĆ  integralmente nel corso del processo qualora i quattro dovessero essere rinviati a giudizio. Sotto inchiesta un’intera famiglia di etnia rom: Sonia Di Rosa, accusata di tentato omicidio, perchĆ© avrebbe aggredito e colpito con una chiave inglese la romena che gestisce l’autolavaggio, il marito di Sonia, Bruno Spinelli, accusato di usura insieme alla moglie e al figlio Luigino e alla suocera Liliana Morelli. Nel corso dell’incidente probatorio, durato cinque ore, i legali degli indagati, hanno chiesto al Gip una misura meno afflittiva del carcere, alla quale sono attualmente sottoposti. La Procura aveva chiesto l’incidente probatorio anche per gli altri indagati, che nel frattempo sono diventati quattro in quanto alle due donne la broker Katia Valeri e l’ex dirigente scolastica Elvira Tonti si sono aggiunti Luigino Di Rosa e Marianna Di Michele.