RESTAURATO IL SIGILLO DI RE LADISLAO, IL PIU’ ANTICO AL MONDO

E’ stata restaurata la pergamena con il Sigillo di Re Ladislao Durazzo che venne concesso alla città di Sulmona nel 1410 e consegnato proprio nella giornata del 2 novembre del 1465. La pergamena restaurata da Mosè Di Giacomo è stata presentata questa mattina nell’aula consiliare del Comune di Sulmona dal presidente del Consiglio comunale, Katia Di Marzio e dall’assessore alla Cultura, Alessandro Bencivenga. Testimonial della presentazione il professore Ezio Mattiocco, studioso e storico. L’assessore Bencivenga ha lanciato per l’occasione un appello a tutti i cittadini, in particolare ad associazioni culturali ed imprenditori, perché avvalendosi delle agevolazioni fiscali previste dalle norme del cosiddetto Art Bonus, contribuiscano al restauro e alla salvaguardia di beni del patrimonio pubblico storico e culturale. “Sono beni la cui perdita è sempre una perdita per l’intera comunità, quindi vanno salvaguardati nell’interesse di tutti” ha sottolineato l’assessore. La funzionaria della Soprintendenza Anna Colangelo ha ricordato in proposito quanti beni rischiano di scomparire, considerando che spesso è assai modesta l’attenzione che a loro viene prestata. Fabio Maiorano, studioso di araldica, ha ricordato infine che il Sigillo che conferì a Sulmona lo status di Universitas, ossia città, è l’emblema araldico più antico al mondo. Lo stesso emblema che oggi è raffigurato nel pavimento all’ingresso di palazzo San Francesco. “Questo simbolo della città diverrà nelle occasioni più solenni dono istituzionale del Comune di Sulmona” ha concluso il presidente del Consiglio comunale. Lo stemma consiste in uno scudo gotico antico sul cui campo, rosso, risplendono quattro lettere d’oro, sintesi dell’emistichio ovidiano “Sulmo Mihi Patria Est”, “Sulmona è la mia patria”. Lo stemma di Sulmona fu concesso da Ladislao di Durazzo, re di Napoli, a Sulmona nel 1410,ma era di epoca anteriore. Il sovrano restituì a Sulmona un antichissimo privilegio, quel sigillo che nel 1279 Carlo I d’Angiò aveva fatto distruggere in tutte le principali città del regno perché simbolo di libertà ed autonomia dei Comuni dell’autorità regia. Autonomia e prestigio che non poteva che possedere Sulmona, capitale d’Abruzzo al tempo di Federico II.