FEDERALBERGHI: LA PROVINCIA RIPARI LE BUCHE E NON CHIUDA LE STRADE
«La Provincia ripari le buche invece di chiudere le strade». Federalberghi-Confcommercio si appella alla Provincia, contestando duramente le recenti ordinanze di chiusura di una ventina di strade, mettendo a repentaglio la stagione per gli operatori turistici e commerciali del territorio. «Uno strano e cinico destino ormai da anni caratterizza in negativo il turismo delle aree montane ed interne abruzzesi, in particolar modo di quelle aquilane», sostengono Mara Quaianni e Celso Cioni, presidente e direttore dell’associazione di categoria. «Dapprima i tanti e disastrosi eventi sismici che si ripetono ormai da quasi dieci anni e che hanno determinato vittime e danni incalcolabili all’economia turistica, cui si è anche innescata la pubblica inefficienza che ha impedito il funzionamento degli impianti sciistici del Gran Sasso fino allo scorso aprile…. Ma come se tutto ciò non bastasse, ora ci sono anche le singolari e paradossali scelte dell’amministrazione provinciale aquilana, l’ultima “chicca” che completa l’opera. È notizia ormai nota che con una determina dirigenziale la Provincia, invece di riparare le infinite e pericolose buche delle strade di montagna del comprensorio aquilano, ha deciso di chiudere le strade al transito delle moto e delle bici che in questo periodo dell’anno sono portatrici di fondamentali flussi turistici per la disastrata economia dell’accoglienza del nostro territorio. Tutto questo oltre ad essere paradossale, procura ingenti danni agli operatori del settore e ulteriori conseguenze negative sui livelli occupazionali di uno dei pochi comparti che, anche se a fatica, ancora e nonostante tutto, genera posti di lavoro». Queste le ragioni che hanno spinto Federalberghi ad un deciso ed accorato appello alle istituzioni regionali, provinciali e locali affinché si provveda con somma urgenza al ripristino delle condizioni di sicurezza sulle strade disastrate e si revochi la determina del paradosso: la Provincia ripari subito le buche anziché chiudere le strade. È questa l’unica cosa giusta da fare».



