I FURBETTI DEL CARTELLINO SI DIFENDONO E ATTACCANO GLI INVESTIGATORI

Un’inchiesta che rischia di sciogliersi come neve al sole tante le contraddizioni e incongruenze che la caratterizzerebbero. Lo pensano, lo sostengono e lo sperano i dipendenti comunali coinvolti che dopo la conclusione delle indagini da parte della procura della Corte dei Conti che ha portato al rinvio a giudizio di 18 persone e a richieste risarcitorie per quasi 300 mila euro, vanno al contrattacco puntando il dito contro gli investigatori. Lo riporta il quotidiano Il Centro nell’edizione di oggi in un articolo a firma di Claudio Lattanzio. Per tutti i dipendenti comunali finiti nel mirino dei finanzieri l’inchiesta portata avanti dagli uomini del comandante Luigi Falce farebbe acqua da tutte le parti e non accerterebbe, se non per i casi più eclatanti, l’effettiva assenza dal lavoro dei dipendenti coinvolti. La decisione poi di effettuare le riprese prima a Palazzo San Francesco e poi nella sede distaccata della caserma Pace con le stesse telecamere montate, smontate e rimontate in due periodi diversi prima su via Mazara e poi su via Pansa non avrebbe attestato con certezza l’effettiva assenza dei dipendenti dal lavoro, molti dei quali, sempre secondo le tesi espresse nelle memorie difensive, si recavano dalla caserma di via Pace nella sede centrale per motivi di lavoro. Indagini quindi da interpretare tanto che per alcuni indagati sono arrivate decisioni diverse da parte delle due procure interessate. Per la procura generale della Corte dei Conti alcuni dipendenti sono assenteisti incalliti mentre per la procura del tribunale di Sulmona dipendenti che hanno fatto sempre il proprio dovere. E il caso più eclatante è senza dubbio quello della dirigente del secondo settore Filomena Sorrentino che non figura nell’inchiesta penale ma è stata rinviata a giudizio dai giudici contabili con una richiesta risarcitoria di quasi 40 mila euro e che tramite il suo legale esprime disappunto e amarezza. “Premesso il doveroso e formale rispetto per le valutazioni e richieste formulate dalla Procura contabile di L’Aquila, quelle notificate ieri alla Dott.ssa Filomena Sorrentino hanno destato stupore e grande amarezza”, afferma l’avvocato Luca Tirabassi che insieme alla Sorrentino difende anche il funzionario comunale del settore cultura Alessandro Ginnetti, anche lui tra i 18 rinviati a giudizio per danno erariale.”In parte anche per la tempistica, visto che appena 3 giorni prima ci era stata notificata ordinanza di concessione di una proroga dell’indagine sino al’ 8 aprile richiesta dalla medesima Procura per prospettate esigenze di approfondimento istruttorio. Tanto più considerando che, al contrario, la Procura penale di Sulmona, analizzando gli stessi identici atti della guardia di finanza, ha condivisibilmente ritenuto a tal punto insussistenti, sul piano fattuale e giuridico, i presunti episodi di “assenteismo” ingiustamente addebitati a costei, da non iscriverla neppure nel cosiddetto registro degli indagati. Sicchè, non è dato comprendere come mai la magistratura contabile indulga, invece, nel muoverle un simile addebito in punto di fatto, nonostante, come dimostrato, la dirigente in questione si sia sempre distinta per impegno e risultati, a volte trattenendosi in servizio sino a tarda sera ed anche in giorni festivi, non attuando alcun mezzo “fraudolento” per attestare falsamente la sua presenza al lavoro”. Insomma la Sorrentino per i giudici contabili sarebbe una assenteista mentre per la procura del tribunale di Sulmona no. “Altrettanto infondata si appalesa l’analoga accusa di assenteismo che, nonostante i puntuali chiarimenti offerti nelle deduzioni difensive, è stata formalizzata nei riguardi dei dipendenti che lavorano, di regola, presso la sede comunale distaccata della ex caserma Pace –come il funzionario Alessandro Ginnetti”, prosegue l’avvocato Tirabassi, “che sono stati considerati “assenteisti” solo perché non segnalavano i loro quotidiani spostamenti (non essendo loro imposto, né richiesto), per esclusive esigenze di servizio, presso la sede centrale di Palazzo San Francesco, benchè si trovassero regolarmente al lavoro. Confidiamo, comunque, che le ragioni difensive, sostanzialmente ignorate dalla Procura contabile”, conclude Tirabassi, ” siano recepite dalla Corte dei Conti, dinanzi alla quale far emergere che i miei assistiti non hanno arrecato alcun danno patrimoniale all’Ente comunale, bensì lo hanno servito con impegno dedizione e profitto costanti e che gravi danni all’immagine li hanno, purtroppo, solo ingiustamente patiti”. Esultano invece i sei dipendenti comunali per i quali la procura generale della Corte dei Conti ha chiesto l’archiviazione parziale, anche se alcuni di loro restano coinvolti al contrario della Sorrentino nell’inchiesta penale. “Sono stato sempre tranquillo e sicuro che alla fine la verità sarebbe emersa e che sarei stato scaginato da ogni accusa”, afferma l’ingegnere Quirino Cianfaglione, difeso dall’avvocato Alessandro Margiotta e fuori definitivamente sia dall’inchiesta della magistratura contabile che da quella penale. “Il mio lavoro di tecnico dell’Ufficio sisma mi porta spesso a stare fuori dal Comune per sopralluoghi nei cantieri. E nell’unico episodio che mi è stato contestato stavo svolgendo proprio uno di questi servizi”.