FURBETTI DEL CARTELLINO, LA CORTE DEI CONTI CITA A GIUDIZIO 18 DIPENDENTI DEL COMUNE DI SULMONA

Si chiude con la citazione a giudizio di 18 dipendenti comunali l’inchiesta aperta da la Corte dei Conti sui “furbetti” del cartellino del Comune di Sulmona. Per altri 20 arriva l’archiviazione parziale da parte del sostituto procuratore generale Erika Guerri che pur sottolineando comportamenti illeciti sull’uso del badge segnatempo, giudica non sostenibile la richiesta risarcitoria in sede di giudizio in quanto non è stato possibile quantificare il tempo di assenza dal luogo di lavoro dei dipendenti interessati. Lo riporta oggi il quotidiano il Centro in un ampio articolo a firma del giornalista Claudio Lattanzio. L’inchiesta dei magistrati contabili è la prima a giungere al capolinea e restano aperte ancora quella penale che dovrebbe essere chiusa in questi giorni con le richieste di rinvio a giudizio da parte del sostituto procuratore Stefano Iafolla e quella amministrativa che, paradossalmente, è quella più indietro di tutte. Questi i nomi e le rispettive richieste risarcitorie dei dipendenti comunali citati a giudizio dalla Corte dei Conti: Marco Chiavari al quale viene contestato un danno erariale di 10.404,80, Patrizia Ciniglio (10.454,57), Rosanna D’Aurelio(10.208,72), Giovanni Del Signore(10.049,55), Armando Di Pietro (10.161,33), Antonella Di Placido(10.059,45), Sabrina Di Placido(10.212,40), Alessandro Ginnetti(10.254,80), Antonino La Porta(10.020,72), Rita Mastrangioli(10.512,75), Stefano Pezzella(10.815,69), Venanzio Piccoli(10.579,13), Mirella Santilli(10.057,45), Ivana Sfronsone(10.499,16), Anna Rita Spagnoli(10.337,75), Felicia Vanacore(10327,31), la dirigente del secondo settore Filomena Sorrentino alla quale viene contesta un danno erariale di 38.216 euro e infine l’ex segretario comunale Gianpaolo Santopaolo al quale la magistratura contabile ha chiesto un risarcimento di 70 mila euro. Resta invece fuori dal procedimento l’altro dirigente Amedeo D’Eramo che nelle sue deduzioni difensive è riuscito a dimostrare, affidandosi all’avvocato Luigi Di Massa, di aver operato sempre correttamente e di non essere stato protagonista di episodi di assenteismo così come i dipendenti sotto il suo controllo: Quirino Cianfaglione difeso da Alessandro Margiotta e Claudio Di Iorio difeso dall’avvocato Alessandro Scelli. Escono inoltre dal processo i dipendenti Aldo Della Valle difeso dall’avvocato Alberto Paolini, Fernando Di Bartolomeo e Carla Grossi. Tutto è iniziato con un esposto fatto arrivare alla guardia di finanza, proprio da un dipendente del Comune, in cui si evidenziava il cattivo comportamento di molti colleghi che erano soliti assentarsi illecitamente dal proprio posto di lavoro senza permesso, anche con un uso fraudolento del badge per il monitoraggio degli orari di entrata e di uscita dal lavoro. Dall’11 febbraio fino all’8 aprile 2016 a Palazzo San Francesco e dal 2 maggio fino al 13 giugno 2016, nella sede di via Pansa, quando il Comune era in mano al commissario prefettizio, i finanzieri si sono affidate a tre telecamere che hanno ripreso tutti gli spostamenti dei dipendenti sia in entrata che in uscita dalle sedi di lavoro. A conclusione delle attività risultavano coinvolti nelle azioni fraudolente, sempre secondo le fiamme gialle, 44 dipendenti del Comune di Sulmona, 4 dipendenti della cooperativa Satic e 1 dipendente della Coop 2001. Ma per molti di questi le contestazioni erano di poco rilievo mentre per altri dipendenti i finanzieri non sono riusciti a mettere su le prove necessarie che avrebbero potuto sostenere le accuse in processo. Resta tuttavia da sottolineare che tutti i 43 dipendenti comunali ai quali è stato contestato un comportamento illecito soprattutto per l’utilizzo improprio del badge potrebbero di nuovo tornare in discussione nell’inchiesta amministrativa dove fa fede il regolamento comunale.