LA CITTA’ HA VOLTATO LE SPALLE AL SUO GIUSEPPE CAPOGRASSI

Al Premio Capograssi sembrano aver voltato tutti le spalle. Passa il 2017 ma del premio Capograssi non si hanno più né traccia né parola. L’anno scorso, in pompa magna, nello scenario del Teatro Caniglia, il premio di diritto era tornato in auge restituendo memoria e dovuto riconoscimento alla figura e all’opera del giurista e filosofo sulmonese, annoverato tra i maestri del pensiero del Novecento. Nella giornata del 23 aprile 2016 vennero resi grandi onori al giurista e filosofo al quale la città ha intitolato piazze, scuole, busti. Era quell’aprile anche un momento di fervore elettorale per la città e infatti fu inevitabile la passerella dei candidati alla guida della città, accanto a personalità di primo piano, come Paolo Grossi, presidente della Corte Costituzionale e allievo del Capograssi e ancora Ernesto Galli Della Loggia, professore di Storia contemporanea ed editorialista del Corriere della Sera,  Gaetano Calabrò, professore emerito di Storia delle Dottrine politiche all’Università La Sapienza di Roma, Angelo Antonio Cervati, professore emerito di Diritto costituzionale comparato all’Università La Sapienza di Roma. La cerimonia fu resa possibile dalla buona volontà e dall’impegno sempre profuso nella cultura di un gruppo di sulmonesi, premurosi di restituire alla città un momento di alto valore e di grande prestigio, come Lando Sciuba, Fabrizio Politi e Gianni Febbo, nonostante la “vacanza” amministrativa di palazzo S.Francesco, guidato dall’ennesimo commissario prefettizio. Il Teatro fu stracolmo di gente, sembrò ritrovato un illustre concittadino per otto anni finito nel dimenticatoio. Un momento però breve. Perché Capograssi è tornato nel dimenticatoio. E perfino la sede della Fondazione Capograssi in Abruzzo, fortemente voluta dal professore Giuseppe Papponetti, che del premio fu massimo promotore fino agli ultimi suoi anni, oggi presenta un volto disfatto, evidente già solo all’ingresso dell’edificio di via Papa Innocenzo, acquistato dal Comune. Capograssi dimenticato e abbandonato. Un destino che il filosofo e giurista non merita, soprattutto dalla sua città.