IL GENERALE CONTI SI E’ UCCISO CON UN COLPO ALLA TEMPIA (video)

Si è ucciso con un colpo alla tempia destra esploso con una pistola calibro 9 a poca distanza dall’auto con cui era arrivato alle pendici del suo amato Morrone. Ormai è certo che il generale Guido Conti si è suicidato. Sono tanti i particolari raccolti dagli investigatori, gli uomini del reparto operativo nucleo investigativo del comando provinciale dei Carabinieri dell’Aquila. sia sul luogo della tragedia che dalle testimonianze rese dai familiari e amici. Anche la decisione di oscurare il profilo social, già da ieri, era parso un chiaro segnale premonitore. Un suicidio premeditato quindi e studiato fin nei minimi particolari. Guido Conti è uscito da casa, in via Battisti, ieri mattina verso le 9.3o, dicendo alla moglie che sarebbe rientrato ad ora di pranzo. Salito sulla Smart utilizzata dalle figlie si è recato ad una tabaccheria in via De Nino, dove ha acquistato tre fogli e buste da lettera ed un francobollo, per poi risalire in macchina e fermarsi in qualche posto dove ha scritto i suoi ultimi messaggi. Al momento è stato trovato solo quello alla famiglia che ha lasciato sul cruscotto della macchina, prima di allontanarsi di qualche metro e spararsi. Mancherebbe infatti la lettera affrancata e spedita ad una destinazione che per il momento è sconosciuta. Conti poi è risalito in auto, dirigendosi sulla strada verso il Morrone, montagna da lui sempre amata. Una scelta anche questa non casuale. Da sempre il generale amava fare lunghe passeggiate lungo la provinciale che da Sulmona sale verso Pacentro, chiusa da due anni e mezzo, in seguito ad una frana del marzo 2015. Percorsi cinque tornanti Conti ha parcheggiato l’auto in una piazzola che costeggia la provinciale. Sceso dall’auto ha percorso una decina di metri e si è sparato. Il caso ha voluto che a trovarlo siano stati due suoi uomini, che hanno lavorato con Conti nella sua permanenza nella caserma del corpo forestale di Sulmona, Sandro Moroni e Vincenzo Calabria: un segno del destino, come se lo stesso generale avesse voluto scegliere i suoi uomini, affidando anche quest’ultimo delicato “servizio” ai due carabinieri del parco, della stazione di Pacentro. Subito è scattato il protocollo previsto in questi casi: l’area è stata circoscritta e sul posto sono intervenuti i carabinieri del Ros e poco dopo il sostituto procuratore Aura Scarsella, che ha assunto il coordinamento delle indagini. I rilievi sono continuati fino all’alba di questa mattina. L’auto è stata posta sotto sequestro, così come la pistola e la lettera indirizzata ai familiari. Nel pomeriggio di oggi il sostituto procuratore Scarsella affiderà l’incarico dell’esame autoptico al medico legale Luigi Miccolis.