“GIUSTA DECISIONE DELLA PRESIDE”, SUL CASO DEI MURI IMBRATTATI I GENITORI SUI SOCIAL DANNO RAGIONE ALLA SCUOLA

Ha suscitato discussioni anche accese sui social la decisione della dirigente scolastica della scuola media Serafini, Elvira Tonti, di chiedere agli alunni della classe II F un contributo di due euro ciascuno per ripulire i muri della loro aula ritinteggiati solo alcuni giorni prima. In gran parte sui social si condivide la decisione della dirigente scolastica, plaudendo ad un’iniziativa ritenuta di valore educativo e non solo disciplinare. Ma qualche genitore pone anche domande e non nasconde perplessitĆ .Ā “Il dirigente sicuramente avrĆ  indetto un consiglio di classe straordinario per comunicare ai genitori quello che ĆØ successo. Dall’entitĆ  della cifra richiesta si tratta di un danno economico di poche decine di euro. Presumo che i genitori non abbiano problemi a versare i due euro. Ma dalla discussione fatta nel consiglio di classe cosa ĆØ uscito fuori? Sarebbe grave non aver convocato i genitori e che a loro fosse stato comunicato dai figli. La scuola deve essere partecipazione attiva, anche coinvolgendo le famiglie” sostiene uno degli interlocutori su Facebook.Ā “PerĆ² la punizione somministrata sotto forma di ammenda non ĆØ educativa. Si poteva evitare la “multa” e stigmatizzare insieme con i genitori il fatto.
Ricordiamoci che hanno dodici anni, e bisogna far capire il senso civico. Una multa non ĆØ educativa” conclude.Ā “I ragazzi sono stati considerati quasi dei bulli. E la scuola ĆØ parsa aver seguito il giusto metodo educativo” lamenta una mamma su fb, ritenendo che non per la esigua somma richiesta ma per il senso dato al caso si ĆØ esagerato. “E come al solito c’ĆØ la solita ” mio figlio non ha fatto niente …mio figlio me lo ha garantito”……i ragazzi quando sono in gruppo fanno cose che neanche noi genitori immaginiamo” interviene invece un’altra mamma che ritiene giusta la condotta della scuola, auspicando che i ragazzi vengano educati a valori essenziali, cominciando anche da piccole “scorrettezze”, evitando che alcuni di loro possano anche avere in futuro comportamenti peggiori. Prevenire, come sempre, ĆØ meglio che curare.