OMAGGIO AI GIOVANI TIFOSI AQUILANI VITTIME DELLA TRAGEDIA IN LARGO FARAGLIA
Era una domenica il 3 giugno 1979, quando in Largo Faraglia, sotto gli archi dell’acquedotto medievale si consumò in pochi terribili istanti la tragedia che costò la vita a quattro giovanissimi tifosi dell’Aquila Calcio tutti di età tra i 15 e 18 anni. Maurizio Climastone, Paolo Centi, Carlo Dionisi e Carlo Risdonne, erano affacciati ai finestrini dell’autobus che portava i tifosi rossoblu verso Cassino. Nella città laziale si disputava la partita di spareggio con l’Avigliano per la promozione in serie C. I quattro giovani tifosi, coperti dalle bandiere impugnate e appoggiate sul finestrino, non si accorsero che l’autobus stava attraversando gli archi dell’acquedotto.Un impatto brutale con la pietra degli archi spezzò loro la vita. Quella tragedia, a distanza di quasi quarant’anni, è stata ricordata oggi pomeriggio, con una breve e semplice cerimonia. Un mazzo di fiori è stato deposto da alcuni soci dell’associazione “L’AquilaMe” sulla lapide che ricorda quei giovani vittime del tragico incidente. Con loro alcuni tifosi biancorossi dell’Ovidiana calcio. “Ogni volta che si va allo stadio si ricorda quella tragedia, che resta incancellabile nei cuori di ognuno di noi e mai dimenticheremo quei terribili momenti vissuti quella domenica” ha sottolineato Franco Cianca, parlando in rappresentanza dell’associazione aquilana. “Sono ricordi tristi quelli di quattro giovani vite spezzate – ha detto Giuseppe Cantelmi dell’Ovidiana – questi ricordi devono sollecitare tutti noi appassionati di calcio a riappropriarci di quei valori dello sport, come la lealtà, la correttezza e il rispetto dell’avversario, che spesso vengono dimenticati”.
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