L’ADDIO AD ANTONIO, IL PARROCO AI GIOVANI: VIVETE BENE QUESTA VITA, OPPORTUNITA’ UNICA (video)
“Vivete bene questa vita, dono del Signore, un’opportunità unica che ci è data e vivetela nel modo più bello e più attivo possibile”. Le parole del parroco del santuario della Madonna della Libera di Pratola Peligna, padre Renato Frappi, sono un’esortazione pacata ma decisa rivolta ai giovani, nell’omelia pronunciata durante la messa funebre, celebrata per Antonio Di Pillo, nella tensostruttura dell’oratorio del santuario.“Ponetevi la domanda: se fossi stato io al posto di Antonio?” ha proseguito il sacerdote, invitando i giovani ad una riflessione e chiedendo allo stesso Antonio, “che ora vive un’altra vita”, di pregare per i familiari, aiutandoli in questo momento di grande dolore e di pregare per tutti i giovani. “Attraverso Antonio io pregherò per voi” ha detto ancora il parroco. “Siamo sotto una tenda, la tenda è simbolo di provvisorietà, come la vita terrena, che non è eterna, non siamo invincibili – ha aggiunto – vi ho visto ieri e oggi seri, compunti, piangenti accanto alla bara di Antonio ma non vorrei fosse l’emozione di un momento, vorrei invece che vi ricordaste che la nostra vita è legata ad un filo e questa vita va vissuta fino in fondo, impegnando tutte le nostre forze”. Tanti sono stati i giovani che hanno affollato la tensostruttura. Molti in lacrime. Hanno preso posto dietro il papà di Antonio, Agostino, la madre Lucia e la sorella Martina, per essere fino all’ultimo accanto a quell’amico “sempre sorridente, saltellante, con le cuffie per ascoltare musica” come lo ha ricordato a fine celebrazione un compagno di classe. “Ora umanamente non ci è dato sapere dove sei – dice commosso il compagno di classe – esiste però un luogo cui la tua morte non appartiene e la vita non conclude”. L’inizio e la fine della celebrazione religiosa, fuori dalla tensostruttura, è accompagnato dalla musica di brani di gruppi storici come Pink Floyd e U2 che Antonio spesso preferiva, ascoltandoli spesso. Diventano in quel momento quasi una nenia di dolore per l’addio ad Antonio. Gli ultimi momenti del rito, appena dopo la benedizione della salma, sono segnati dallo strazio dei genitori, chini sul feretro del figlio. La bara, da cui pendono fiori e biglietti di cordoglio scritti da amici, passa lentamente davanti ai volti scuri di tanti giovani, che portano nel cuore il ricordo del loro amico, andato via un sabato pomeriggio, mentre attendeva di prendere parte ad una festa.
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