FALSE ASSUNZIONI DI IMMIGRATI, DUE ARRESTATI RESPINGONO LE ACCUSE

Su tre indagati solo due hanno deciso di rispondere alle domande del Gip spiegando che loro, con le false assunzioni e con la truffa ai danni dello Stato, non c’entrano nulla. Annalisa Colasante e Mario Del Grande, accusati di far parte di un’associazione a delinquere, finalizzata a favorire l’immigrazione clandestina, hanno spiegato che la prima ha solo svolto il proprio lavoro di consulente, definendo le pratiche che le venivano sottoposte dai suoi clienti. Mentre Del Grande si è difeso sostenendo di essere solo un dipendente collaboratore di Di Cioccio e non si è mai occupato di trovare operai né di curare la parte amministrativa della ditta. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Sandro Di Cioccio, che secondo la Guardia di Finanza di Popoli, titolare dell’inchiesta, sarebbe il fulcro dell’organizzazione, che tramite false assunzioni avrebbe favorito l’ingresso e la permanenza in Italia di oltre trecento clandestini. I tre sono attualmente in regime di arresti domiciliari. Al termine dell’interrogatorio nel Tribunale di Pescara, il Gip Sarandrea si è riservato di decidere se accogliere la richiesta di scarcerazione presentata dal difensore, l’avvocato Alessandro Margiotta, per i suoi assistiti. Nell’inchiesta sono indagate altre dodici persone, a vario titolo. L’inchiesta è stata avviata dalla Finanza nell’ottobre scorso, con accertamenti su alcune aziende di Pratola, Corfinio, Cansano e Popoli. Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero favorito un’evasione fiscale e incassato contributi per ammortizzatori sociali non dovuti per un totale di quasi tre milioni di euro.