IL TITOLARE DEL KEBAB BILAL RACCONTA LA SUA STORIA: ECCO PERCHE’ HO PROTESTATO (video)
Da tre anni va avanti la vicenda del titolare del kebab di piazza Annunziata. Nel video esclusivo di Reteabruzzo, com Bilal Gulbedenbegun racconta la sua odissea, il giorno dopo aver minacciato gesti clamorosi, dai quali poi Bilal ha desistito, incoraggiato da carabinieri e polizia. Questa mattina ha riaperto regolarmente il negozio e ancora segnato dalla brutta esperienza cerca di riprendere la vita di tutti i giorni in attesa che dal Comune si sblocchi la situazione. “Ho preso multe dai vigili urbani, ho speso tanti soldi, devo pagare il canone di fitto del locale dove lavoro alla Casa Santa dell’Annunziata, sono tanti problemi – spiega l’esercente – voglio bene a tutti ma andare avanti così non è vita. In tutto questo tempo sono stato preso in giro, nessuno mi ha mai saputo dire cosa bisognava fare per ottenere le autorizzazioni. Continuamente rinviavano gli impegni presi con me, fin quando ho deciso che era il momento di dire basta”. Una protesta che sembra aver colpito nel segno. Infatti questa mattina dal Comune hanno fatto sapere che tra oggi e domani Bilal sarà autorizzato a mettere tavoli e sedie davanti al suo locale. “Due anni fa l’esercente aveva presentato domanda senza avere licenza di somministrazione delle bevande, presupposto indispensabile per poter essere autorizzato a mettere tavoli e sedie” ha spiegato l’assessore comunale Mario Sinibaldi. La settimana scorsa, attraverso un professionista suo consulente, il titolare dell’esercizio commerciale ha presentato regolare domanda agli uffici comunali del settore commerciale. “A questo punto nulla osta all’accoglimento della domanda – ha concluso l’assessore – quindi il caso è da ritenere chiuso”. In passato proprio il fatto di aver disposto tavoli e sedie, senza il presupposto della licenza di somministrazione delle bevande, al commerciante era costata una multa salata irrogata dalla polizia locale, con la conseguente rimozione di tavoli e sedie. Resta comunque il segno di una profonda crisi che vive il commercio in città, in tanti casi oberato da tasse e balzelli che vanno ad aggiungersi anche ad elevati canoni di locazione dei locali commerciali.
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