ATTO AZIENDALE ASL, LA CGIL: NODO CRUCIALE RESTA IL TAGLIO AL PERSONALE

Nodo del confronto tra sindacati e Asl dell’Aquila-Sulmona-Avezzano resta quello dei tagli al personale, oltre quello di dotare l’azienda di regole certe e discipline adeguate alla gestione del personale. E’ quanto scaturito dall’incontro di ieri, tra la CGIL funzione pubblica il presidente del Comitato Ristretto dei sindaci Massimo Cialente, il Direttore generale della ASL Rinaldo Tordera ed il Direttore sanitario ASL Maria Teresa Colizza con il consigliere comunale Salvatore Placidi, per un confronto sulla bozza di Atto Aziendale presentata nei giorni scorsi. Ora la Cgil chiede un confronto anche con l’assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci. “I tagli al personale sono stimati intorno ai cinque milioni di euro per l’anno in corso attraverso il blocco del turnover e il mancato rinnovo dei contratti dei lavoratori precari – spiega la Cgil – in una situazione di estrema difficoltà nella gestione dei servizi la Cgil torna di nuovo a sollecitare le istituzioni ed in primis i sindaci ad assumere posizione contro la politica regionale che da una parte indica i tagli necessari ed in specie i tagli al personale e contestualmente nelle linee guida per la redazione degli atti aziendali indica nuove figure dirigenziali quali il Direttore della Funzione Ospedaliera, il Direttore della Funzione Territoriale ed il Coordinatore socio-sanitario, per un aggravio ulteriore di spesa per il personale di oltre 350.000  euro annui. Tali figure, ridondanti nell’attuale configurazione dirigenziale, sottraggono ulteriori risorse che potrebbero essere utilizzate per il personale medico, infermieristico, socio-sanitario ed amministrativo”. Inoltre la Cgil osserva “la contraddizione in termini dell’assessore regionale Silvio Paolucci laddove nell’allegato al Decreto 55 del 2016, piano di riqualificazione del servizio sanitario regionale 2016-2018, nell’obiettivo 3 (investire in selezione, formazione e valutazione delle risorse umane) intervento 3.2 lo stesso assessore afferma che bisogna rivalutare il fabbisogno del personale anche alla luce delle recenti evoluzioni normative in merito al riposo obbligatorio, per poi ridurre con le delibere successive della Regione la spesa per il personale. L’attuale situazione di carenza di personale in taluni casi comporta una dequalificazione delle professioni sanitarie con il conseguente mancato rispetto delle mansioni contrattuali. Inoltre nell’Atto Aziendale nulla si rileva per l’attuazione dell’integrazione socio-sanitaria, che ricordiamo è stato uno degli obiettivi che la Regione si è posta, e nulla è cambiato dal punto di vista dell’assetto dei servizi territoriali”. La Cgil inoltre contesta la politica dei tagli lineari che inevitabilmente si ripercuotono sui cittadini-utenti e sulla qualità del lavoro e ribadisce la necessità di un riequilibrio della spesa nelle aree interne. “In conclusione per colpa di un effetto “domino” – che parte dal Decreto Lorenzin, che viene recepito dagli atti della Regione e che termina con la definizione degli atti aziendali, redatti pedissequamente in conformità alle linee guida emanate sempre dalla Regione- viene sempre meno garantito il diritto alla salute con un peggioramento qualitativo e quantitativo dei servizi erogati – osserva il sindacato – senza che nulla venga programmato per la riduzione dei tempi di attesa per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e senza interessarsi dei disagi socio economici dei cittadini costretti sempre più ai cosiddetti viaggi della speranza ed aumentando le disuguaglianze sociali tra chi può permettersi cure a pagamento da privati e chi, nei propri “budget” familiari, taglia i costi della propria salute”.


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