SANITA’ IN PROVINCIA AQUILANA DA LACRIME E SANGUE, L’ANALISI DELL’ECONOMISTA ALDO RONCI

Si annunciano tempi assai duri per i cittadini utenti dei servizi sanitari e per l’intera sanità provinciale, stando a quanto sottolinea l’economista Aldo Ronci, esaminando i piano strategico aziendale 2017-2019, della sanità pubblica per la Provincia dell’Aquila. “In questo piano è riportato un quadro di confronto tra le previsioni tendenziali 2017 e le previsioni programmatiche per lo stesso anno. I dati tendenziali 2017 sono stati predisposti ipotizzando che i ricavi e i costi 2017 abbiano lo stesso andamento del 2016 tenendo conto anche del contesto macroeconomico di riferimento mentre i dati programmatici tengono conto delle azioni che a ASL n. 1 intende porre in essere per contenere i costi aziendali” spiega Ronci, parlando, senza mezzi termini, di un bilancio “lacrime e sangue” con costi elevati a carico della collettività e degli stessi operatori della sanità.L’analisi del quadro di confronto evidenzia per il 2017 un risultato di esercizio, anche se di poco, positivo e pari 17.614 euro per cui, in buona sostanza, si può dire che si è conseguito l’equilibrio economico finanziario. “Tale equilibrio si è, però, purtroppo, conseguito a costi altissimi e tra la previsione programmatica 2017 e quella tendenziale dello stesso anno si sono registrate le seguenti divergenze – osserva Ronci –  un lieve decremento dei ricavi netti di 232.657 euro che rimangono praticamente invariati; un importante decremento del costo del personale di 3.455.000 euro che, quanto meno, prefigura un non rinnovo del turn over e la non assunzione del personale precario; una fortissima e preoccupante flessione degli acquisti di beni e servizi di ben 13.535.224 euro che fa presupporre un taglio netto ai servizi erogati e il ricorso alle prestazioni dei privati; un conseguente incremento delle prestazioni dei privati per 647.359 euro. L’incremento della spesa prevista per i servizi erogati dai privati è basso perché la ASL n. 1, considerato che i tempi biblici di attesa (per usufruire indagini diagnostiche ed ottenere prestazioni specialistiche) sono inaccettabili, confida nel fatto che la gran parte dei pazienti, con grossi sacrifici, pur di ottenere risposta ad un problema urgente di salute, si sobbarca per intero l’onere di tali prestazioni in barba al principio del diritto alla salute”.