IL COMUNE RISCHIA DI PERDERE LA ROTONDA DI SAN FRANCESCO

Approda per la seconda volta in Cassazione la vicenda legata alla gestione dello spazio della Rotonda di palazzo S.Francesco che il Comune aveva affidato all’istituto Fotogramma, per un periodo ventennale, per la creazione di un Museo della Fotografia. Ora quello spazio potrebbe tornare nella disponibilità dell’Istituto che si è opposto allo sfratto esecutivo ordinato dall’allora sindaco Franco La Civita. Sostengono i promotori del progetto museale che il Comune, senza motivo fondato, si è riappropriato della Rotonda ed è questo il nodo che i giudici di Cassazione sono chiamati a dirimere, per la seconda volta. La storia inizia nel 2006 quando il  Tribunale di Sulmona accolse la richiesta di provvedimento d’urgenza del Comune per riavere i locali che aveva dato in comodato gratuito per venti anni a “Fotogramma” (museo di fotografia di Marinello Mastrogiuseppe).  Il Comune avrebbe dovuto realizzare la copertura della Rotonda di San Francesco. E ritenne di non dover dare nulla per i miglioramenti che “un CTU nominato dal giudice aveva stimato in circa 50.000 euro”, come sottolinea l’avvocato Vincenzo Colaiacovo. La Corte d’Appello confermò quella sentenza. La Corte di Cassazione invece la annullò, usando parole severe: “A parte ogni considerazione circa la disinvoltura con cui l’acquisizione di soldi pubblici è stata considerata un bene e un’utilità fini a se stessi, a prescindere dall’effettiva necessità di impiego di quei fondi per le esigenze a cui erano destinati” “Fotogramma” propose la riassunzione della causa, come è dovuto in questi casi – continua l’avvocato Colaiacovo – ma la Corte d’Appello, dichiarando le stesse cose, anche se in forma un po’ diversa, confermò la sentenza già data”. A quel punto l’Istituto Fotogramma ha proposto ricorso per cassazione che sarà trattato in camera di consiglio domani, mercoledì 12 aprile. Intanto la scorsa settimana il procuratore generale ha concluso per l’annullamento della seconda sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila. “E’ un fatto molto significativo, proprio per le parole che usa: “Orbene, la Corte territoriale non risulta aver adeguatamente risposto a tutte le richieste di “accertamento” di cui alla ordinanza 20183 del 2013. In particolare, la Corte d’appello aquilana ha sì parlato della opportunità di eseguire i lavori e di liberare l’immobile, ma nulla ha detto in ordine alla possibilità che tale liberazione fosse parziale o anche temporanea” spiega l’avvocato. “Ed è quello che avevamo sempre sostenuto, quando al Tribunale e alla Corte d’Appello avevamo volto l’invito responsabile di consentire, tutt’al più, la riconsegna dei locali per il breve tempo necessario ai lavori e non tutti , ma quelli effettivamente interessati alla copertura della Rotonda – precisa infine l’avvocato – Il Comune ha ostinatamente insistito anche dopo aver dirottato i finanziamenti su altri lavori per altre proprietà comunali”. L’ennesimo nodo al pettine per l’amministrazione comunale che oltre a dover riconsegnare a privati la prestigiosa struttura comunale, potrebbe essere chiamata a pagare le spese di giudizio, che sarebbero anche abbastanza salate, con tutta probabilità superiori alla somma di cinquantamila euro.


Scopri di più da ReteAbruzzo.com

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.